La legge di Macron per il controllo di internet arriva alla Camera

La legge di Macron per il controllo di internet arriva alla Camera

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di Leo Essen


Mercoledì 4 ottobre, dopo l’approvazione in Senato, è arrivato all’Assemblea nazionale il testo del disegno di legge sulla sicurezza in internet, testo presentato il 10 maggio scorso dal ministro con delega alla Transizione digitale Jean-Noël Barrot.

L’intenzione del governo è sintetizzata dallo slogan: «Proteggere e regolamentare lo spazio digitale». Internet, ha dichiarato in conferenza stampa il ministro, «è il problema del nostro secolo». L’insieme delle misure contenute in questa legge, ha detto il ministro, stabiliscono «nuove tutele per proteggere i nostri concittadini, i nostri figli, le nostre imprese e la nostra democrazia» (emondeinformatique.fr).

Viene allargato il raggio d’azione delle agenzie di controllo ARCEP (Autorità di regolazione per le comunicazioni elettroniche) e ARCOM (Autorità di regolazione per le comunicazioni audiovisive e digitali).

La lotta alla pornografia è in primo piano. È previsto l’oscuramento per un mese e una multa fino al 4% del fatturato globale per i siti che non impediscono ai minori l'accesso ai loro contenuti. Un anno di reclusione e una multa fino a 250 mila euro è la punizione prevista per gli host che non rimuovono in meno di 24 i contenuti pedopornografici segnalati dalla polizia.

Le agenzie potranno intervenire per il Contrasto della disinformazione (Fake news). Possono stabilire filtri anti-truffa e comminare un DASPO (allontanamento da internet da 6 mesi a un anno) per i molestatori informatici.

Ad ARCOM viene conferito il potere di bloccare i media e i mezzi di informazione vietati nell’Unione Europea. Nel mirino del legislatore ci sono i siti di streaming come  Odysee o Rumble, che avevano trasmesso i canali filo-russi Russia Today e Sputnik (lesechos.fr).

Dulcis in fundo, la legge prevede misure per monitorare la galassia del B&B.

La legge può funzionare al meglio se contestualmente viene istituita un’anagrafe digitale, una schedatura digitale di tutti i cittadini, con l’obiettivo di rimuovere l’anonimato da internet.

La legge recepisce alcune disposizioni introdotte a livello europeo attraverso il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA).
Bisogna difendere i bambini, bisogna difendere la società, e sul banco dei grandi imputati ci sono, come al solito, la Pornografia e le Fake news. Il problema del secolo sono le notizie e il porno, sono  le molestie e i deepfake pornografici.

Come al tempo di Proudhon (1858), si attacca la pornocrazia per difendere la famiglia, per difendere la società e lo Stato. «Dalla legge dei sessi dipenderà quella della famiglia, e, conseguentemente, l’ordine della società e la costituzione dell’umanità intera». Una volta stabilita una simmetria tra l’ordine naturale e l'ordine culturale e giuridico il mondo filerà liscio per la sua strada, in barba alla disoccupazione dilagante, alla povertà diffusa, alla mancanza di alloggi popolari, di scuole, di cure mediche, di quartieri vivibili, di trasporti pubblici e servizi sociali di qualità. Il problema è il porno, è la decadenza dei costumi, la «precoce civetteria delle fanciulle», «la lascivia», «il latrocinio», «i falsari», eccetera. Il problema siamo noi.

Leo Essen

Leo Essen

Ha studiato all’università di Bologna con Gianfranco Bonola e Manlio Iofrida. È autore di Come si ruba una tesi di laurea (K Inc, 1997) e Quattro racconti al dottor Cacciatutto (Emir, 2000). È tra i fondatori delle riviste Il Gigio e Da Panico. Scrive su Contropiano e L’Antidiplomatico.

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