10 domande e 10 risposte sul conflitto con le 'cooperative' minerarie in Bolivia

10 domande e 10 risposte sul conflitto con le 'cooperative' minerarie in Bolivia

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di Katu Arkonada - TeleSur
 

1) Come nasce l’attività estrattiva cooperativa in Bolivia?

 

L’attività estrattiva cooperativa ha come origine la crisi economica mondiale provocata dal crack della Borsa di New York nel 1929. Molte imprese multinazionali entrano in crisi e devono licenziare i lavoratori, a cui consegnano appezzamenti per il loro sfruttamento.

 

La Rivoluzione del 1952 porta la nazionalizzazione delle miniere sotto il governo di Víctor Paz Estenssoro, e la creazione della Corporación Minera de Bolivia (Comibol), rafforzando l’attività estrattiva statale e indebolendo il lavoro in proprio. 

 

2) Come si trasforma in attività privata?

 

Non si può comprendere il passaggio dall’attività estrattiva cooperativa, con soci lavoratori come in qualsiasi parte del mondo, a piccole compagnie minerarie che estraggono plusvalore non solo dalle risorse naturali, ma anche dai lavoratori sotto contratto, senza capire come viene implementato il neoliberismo in Bolivia. 

 

Nel 1985, di nuovo sotto il governo di Victor Paz Estenssoro, viene approvato il Decreto 21060 che consente la ‘flessibilità lavorativa’, e vengono eseguiti tra il 1985 e il 1986 oltre 20.000 licenziamenti nel settore minerario statale. Questi lavoratori passano all’attività estrattiva cooperativa. 

 

Successivamente è Gonzalo Sánchez de Losada, imprenditore nel settore minerario, che termina di smantellare Comibol, consegnato le grandi imprese alle multinazionali, e concedendo e/o trasferendo ai soci cooperativisti macchinari, perforatrici, etc., trasformandoli in piccoli imprenditori. 

 

3) Perché il settore cooperativo si convertì in un alleato del processo di cambiamento?

 

Nonostante siano stati favorito da Gonzalo Sánchez de Losada, i cooperativisti del settore minerario si trasformarono in avanguardia della lotta contro il neoliberismo. Furono attori fondamentali nelle mobilitazioni contro il governo di Goni, arrivando a prendere Plaza San Francisco, l’atto militare più forte delle proteste contro il neoliberismo. Nel 2005, quando Carlos Mesa rinuncia, divengono la forza principale capace di impedire che gli esponenti della destra Hormando Vaca Díaz, Presidente del Senato, e Mario Cossío, Presidente della Camera dei Deputati, divengano presidenti, favorendo l’ascesa alla presidenza della Repubblica di Eduardo Rodríguez Veltzé, il Presidente della Corte Suprema, che successivamente convocherà le elezioni che verranno poi vinte da Evo Morales. 

 

In quanto attore politico di prima grandezza, sia qualitativa che quantitativa, le cooperative passeranno dalle 454 del 1990 alle 778 del 2005, che impiegano migliaia di lavoratori. 

 

4) Cosa dice la Costituzione boliviana sulle risorse naturali, la proprietà delle stesse e la cooperativa mineraria?

 

La Costituzione all’articolo 311, all’interno della Struttura e Organizzazione Economica dello Stato stabilisce che «Le risorse naturali sono di proprietà del popolo boliviano e saranno amministrate dallo Stato».

 

L’articolo 369 stabilisce che «Lo Stato sarà responsabile delle ricchezze minerarie che si trovano nel suolo e nel sottosuolo qualunque sia la loro origine e lo sfruttamento sarà regolato dalla legge. Si riconoscono come attori produttivi l’industria mineraria statale, l’industria mineraria privata, e le società cooperative». 

 

Inoltre, l’articolo 370 stabilisce che «Lo Stato concederà diritti minerari in tutta la catena produttiva, sottoscriverà contratti minerari con persone individuali e collettive secondo le norme stabilite dalla legge. II. Lo Stato promuoverà e rafforzerà le cooperative minerarie in modo che contribuiscano allo sviluppo economico e sociale del paese. III. Il diritto minerario in tutta la catena produttiva così come i contratti minerari devono svolgere una funzione economica sociale esercitata direttamente dai proprietari». Ma, soprattutto, l’articolo 371 è chiaro: «Le aree di sfruttamento minerario concesse tramite contratto non sono trasferibili, inalienabili e non trasmissibili per via ereditaria». 

 

5) Cosa chiedono i cooperativisti minerari?

 

La secondo settimana di agosto, i cooperativisti hanno annunciato uno sciopero ad oltranza in tutto il territorio boliviano se il governo non accoglie un serie di richieste, 10 inizialmente, che poi durante la protesta diventeranno 24, tra cui si nota: 

 

Il rifiuto della Ley General de Cooperativas Mineras: in particolare il punto che permette la sindacalizzazione. I cooperativisti, trasformatisi in padroni capitalisti, non vogliono i sindacati nelle loro imprese. 

 

Rifiuto della Ley 535 de Minería y Metalurgia: Questa legge impedisce che le imprese private (nazionali o multinazionali), possano investire nelle concessioni dei cooperativisti, e obbliga che le concessioni minerarie siano assegnate dal Comibol. Attualmente i cooperativisti hanno firmato almeno 31 contratti con imprese private, alcune di queste sono multinazionali, come la Comsur di Sánchez de Losada.

 

6) Qual è stata la posizione del governo di fronte alle richieste?

 

Il governo boliviano ha tenuto una posizione di dialogo, convocando i cooperativisti minerari per riunioni con i ministri della Presidenza, Governo e Miniera, restando al contempo fermo nella sua intenzione di non violentare la Costituzione di fronte alle richieste corporative di un gruppo di imprenditori che hanno smesso di pensare al paese per pensare al proprio profitto individuale. 

 

7) Vi è stata una cospirazione come denunciato da Evo Morales?

 

Sono due i fatti su cui si dovrebbe investigare nei prossimi giorni. Quanto più le due parti sono state vicine, governo boliviano e cooperativisti minerari, di sedersi ad un tavolo, è successo qualcosa che ha preso impossibile il dialogo:

 

Lunedì 22 agosto è ‘apparso’ un falso ordine di arresto nei confronti dei dirigenti minerari, che ha provocato il passaggio alla clandestinità dei dirigenti delle cooperative e che ha portato ad una intensificazione dei blocchi nella giornata di martedì. 

 

Mercoledì 24 vengono assassinati 2 minatori delle cooperative in circostanze poco chiare durante i blocchi, ma tutti gli indizi ci portano a pensare che si sia trattato di un’imboscata, visto che l’arma utilizzata, una 9 mm, dev’essere stata utilizzata da molto vicino per causare una ferita mortale e visto che uno dei due minatori è stato colpito nel fianco. Le ipotesi sono 2, o fuoco amico (visto che l’utilizzo delle armi da parte dei cooperativisti è stata accertata) o uno sparo della polizia (ipotesi sostenuta da una denuncia del Difensore del Popolo). Se i colpi sono partiti dalle forze di polizia, questa circostanza si sarebbe verificata contravvenendo a un ordine del Presidente Evo Morales, non solo di non sparare, ma di non portare armi da fuoco nei pressi del blocco.

 

8) Chi era Rodolfo Illanes e perché è stato assassinato?

 

Rodolfo Illanes, militante del processo di cambiamento e con una lunga carriera in posizioni di responsabilità, era Viceministro degli Interni e Polizia. Illanes si era offerto volontario per recarsi a Panduro, luogo del principale blocco, al fine di dialogare con la dirigenza cooperativista. A Panduro è stato rapito e tenuto sequestrato per tutta la giornata di giovedì 25. 

 

Una terza circostanza deve essere chiarita: quando il governo era dirigenza avevano raggiunto un accordo per riprendere il dialogo, si produce uno scontro che provoca la morte di un terzo minatore, che sarebbe stata utilizzata per provocare il linciaggio del Viceministro Illanes, che viene assassinato e il cui corpo viene abbandonato sul ciglio della strada nelle prime ore del mattino. La morte di Illanes sarebbe avvenuta per un trauma cerebrale e cranico. 

 

9) Qual è stato il ruolo dei media privati boliviani nel conflitto?

 

Possiamo distinguere 2 fasi nell’azione di buona parte dei mezzi di comunicazione nel conflitto con i cooperativisti minerari. 

 

Fino alla tragica settimana che culmina con l’assassinio di Illanes, la maggioranza dei mezzi di comunicazione portano avanti la tesi che il conflitto con la proprietà delle cooperative minerarie sia una lotta tra alleati politici, respingendo e criticando le richieste. 

 

La settimana che comincia il 22 di agosto una buona parte dei mezzi di comunicazione alimentano il conflitto a partire dai falsi ordini di arresto. Dando spazio e risalto ai dirigenti delle cooperative per smettere il Ministro del Governo che aveva dichiarato che gli ordini erano falsi. Questa notizia fa scattare le mobilitazioni, e da lì si è continuato ad alimentare il confronto. 

 

Giovedì 25 e venerdì 26, con un viceministro sequestrato, torturato e assassinato, oltre a tre minatori caduti negli scontri, i giornalisti della destra boliviana affermano che quanto accaduto è frutto dell’intransigenza del governo e della mancanza di dialogo, al fine di addossare la responsabilità di quanto accaduto a entrambe le parti in causa. 

 

10) Qual è lo scenario attuale nel conflitto con i cooperativisti?

 

Il conflitto con i cooperativisti è una disputa tra il popolo e il capitale per il surplus. Il cosiddetto cooperativismo vuole libertà per potersi associare con le multinazionali e sfruttare le risorse naturali al fine di ottenere il massimo plusvalore possibile tanto dalla Madre Terra quanto dai suoi lavoratori salariati. In questo senso il governo può sedersi e ascoltare le richieste, ma non può violare la sovranità del popolo boliviano sulle risorse naturali che stabilisce la Costituzione Politica dello Stato. 

 

Inoltre è necessario menzionare la posizione dei movimenti sociali boliviani, sindacati dei contadini e popoli indigeni, che hanno chiesto una revisione delle concessioni minerarie e dei privilegi di cui godono i cooperativisti. 

 

In questo senso, è possibile un rimescolamento nella politica delle alleanze sociali dell’attuale governo, dove i minatori delle cooperative, molto screditati dopo una settimana tragica che lascia un saldo di vari morti nelle proteste, perdono posizionamento e legittimità politica. Il rimpasto sarà anche interno, sembra improbabile che l’attuale dirigenza cooperativista possa continuare a guidare il movimento cooperativo, con l’aggiunta che alcuni dirigenti potranno essere processati come autori materiali o intellettuali dell’assassinio del viceministro Illanes. 

 

In ogni caso, è necessario determinare il grado di cospirazione interna ed esterna, denunciata dal Presidente Evo Morales durante la conferenza stampa di venerdì 26. La cospirazione sarà un elemento determinante nell’aumento dei disordini sociali da qui al 2019, anno in cui si gioca la continuità del processo di cambiamento guidato dal Presidente Evo Morales. 

 

*A Rodolfo Illanes in memoria, eroe difensore delle risorse naturali.

(Traduzione dallo spagnolo per l'AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)

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