Yemen, i 10 mila morti censurati dall'Occidente e la debacle saudita

Yemen, i 10 mila morti censurati dall'Occidente e la debacle saudita

'Si sa quando cominciano ma non quando né come finiscono. La maledizione delle guerre in Medio Oriente colpisce chiunque si dimentichi di quella tragica legge'

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

di Fulvio Scaglione* - EastOnline


Si sa quando cominciano ma non quando né come finiscono. La maledizione delle guerre in Medio Oriente colpisce chiunque si dimentichi di quella tragica legge, anche chi il Medio Oriente dovrebbe conoscerlo bene come l’Arabia Saudita. Un anno e mezzo dopo l’intervento armato nello Yemen alla guida di una coalizione di dieci Paesi (l’Arabia Saudita, appunto, più Kuwait, Qatar, Bahrein, emirati Arabi Uniti, Giordania, Egitto, Marocco, Senegal e Sudan) appoggiata da Usa, Turchia, Francia, Regno Unito e Canada, la casa reale di Riad deve fare i conti con un bilancio in tutti i sensi tragico.

I morti hanno superato quota 10 mila ma il coordinatore Onu per i diritti umani, Jamie McGoldrick, ha avvertito che la cifra si basa sui dati forniti dalle strutture mediche yemenite e potrebbe quindi essere anche di molto maggiore, visto che in ampie zone del Paese mancano ospedali o ambulatori. Moltissimi i bambini uccisi, si pensa anche un quarto delle vittime totali. Pur potendo approfittare del disinteresse che accompagna questa guerra, e dell’ovvio silenzio che i Governi dei Paesi occidentali coinvolti mantengono sulla vicenda, l’aviazione saudita si è fatta una solida fama di spietatezza nel colpire obiettivi civili come ospedali e mercati.

I ribelli sciiti houthi, d’altra parte, che nel marzo 2015 si sollevarono contro il Governo di Abd Rabbo Mansur Hadi e contro i quali si sono mossi i sauditi e gli altri Paesi sunniti della coalizione, non sembrano certo sull’orlo della resa. Controllano ancora la capitale e le istituzioni fondamentali dello Stato e sono insediati su una vasta porzione del territorio. Lo Stato è al tracollo. Nel solo 2015 ha perso il 53% degli introiti a causa della sospensione delle esportazioni del petrolio, che contavano per il 45% delle entrate statali, e più del 20% nella raccolta delle tasse. I sauditi e i loro alleati, inoltre, hanno fatto di tutto per bloccare i fondi yemeniti all’estero e le rimesse degli emigrati. Ma gli houthi sono ugualmente riusciti a creare una “economia di guerra” che, sfruttando anche il mercato nero, riesce in qualche modo a sopperire alle difficoltà e, soprattutto, a pagare i salari di 1 milione di impiegati statali (su 4,2 milioni di persone occupate).

Per contro l’Arabia Saudita, da anni impegnata nella corsa al ribasso del prezzo del petrolio, ha dovuto varare una politica di tagli, risparmi e privatizzazioni per fronteggiare il passivo record del 2015: 98 miliardi di dollari. In un certo senso, il Paese che ha un Pil superiore ai 700 miliardi di dollari (l’Arabia Saudita) è più in difficoltà di quello (lo Yemen) che ha fatto il Pil record della propria storia nel 2014 con 37 miliardi di dollari.

E poi c’è il bilancio politico. L’ossessione anti-sciita della nuova generazione di principi sauditi, cresciuta a dismisura dopo l’accordo tra Usa e Iran sul nucleare firmato nel luglio 2015, continua a provocare disastri di cui non si vede la fine. Nello Yemen gli houthi tengono le loro posizioni mentre i terroristi sunniti affiliati ad Al Qaeda, anch’essi padroni di un pezzetto di Yemen, continuano a colpire. Il tutto ai confini di quell’Arabia Saudita cui il re Salman, l’erede al trono e ministro degli Interni principe Mohammed bin Nayef (quello onorato da Hollande con la Legion d’Onore) e il principe Mohammed bin Salman, figlio del re e ministro della Difesa, volevano garantire stabilità e ricchezza.

Ma è la legge del Medio Oriente, bellezza. Le guerre, sai quando cominciano ma non quando e come finiscono.


*Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica di Paolo Desogus I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

Voto russo e ipocrisia occidentale di Fabrizio Verde Voto russo e ipocrisia occidentale

Voto russo e ipocrisia occidentale

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba di Geraldina Colotti Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese di Leonardo Sinigaglia Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Il ruolo dei media in Occidente di Giuseppe Giannini Il ruolo dei media in Occidente

Il ruolo dei media in Occidente

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia? di Paolo Arigotti Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

La colpa della sinistra liberista di Michele Blanco La colpa della sinistra liberista

La colpa della sinistra liberista

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti