Reuters: Fallito il piano dell'Arabia Saudita di formare un'alleanza contro Iran e Hezbollah
Il piano del regime saudita ci cercare alleati nei paesi della regione contro l'Iran e Hezbollah è fallito e Riyadh non è riuscita a fronteggiare Teheran, secondo la Reuters.
In un articolo pubblicato mercoledì scorso, l'agenzia britannica 'Reuters' ha spiegato che gli sforzi del principe ereditario saudita bin Mohamad Salman, per fare pressione sull'Iran e il Movimento di Resistenza Islamico in Libano (Hezbollah) non hanno dato i risultati sperati per la mancanza di sostegno tra i suoi alleati arabi.
Reuters ricorda in questo senso il vertice dello scorso 19 novembre, della Lega Araba al Cairo, dove i leader arabi hanno semplicemente accusato l'Iran e il movimento libanese di "destabilizzare il Medio Oriente" senza "concordare azioni concrete ".
L'appuntamento anti-iraniana ha avuto luogo in un momento di crescenti tensioni tra l'Arabia Saudita e l'Iran, dopo che Teheran è stata accusata dai sauditi di aver fornito al movimento popolare yemenita Ansarollah un missile balistico lanciato il giorno 4 novembre contro Riad, capitale saudita.
Giorni dopo, si legge ancora nell'articolo, i leader sauditi hanno costretto il premier libanese Saad Hariri ad annunciare le sue dimissioni quando era in visita ufficiale a Riad, al fine di aumentare la pressione sull'Iran e Hezbollah.
"Queste azioni evidenziano una nuova aggressiva politica estera saudita guidata dal principe ereditario, che è desideroso di sfidare l'Iran più direttamente", sostienel'articolo di Reuters, scritto da Mohamad Bazzi.
Tuttavia, aggiunge, costringere Hariri a dimettersi e intensificare le tensioni con l'Iran sotto le spoglie dello Yemen ha portato conseguenze negative per Mohamad bin Salman e i suoi consiglieri.
"La mancanza di sostegno da parte di altri leader arabi per un'azione più dura contro l'Iran e Hezbollah dimostra che pochi alleati di Riad sono disposti a confrontarsi direttamente con l'Iran", sottolinea Bazzi.
Martedì scorso, il premier libanese è tornato nel suo paese dopo tre settimane. Il giorno dopo, ha sospeso le sue dimissioni, un provvedimento accolto con favore da tutte le forze politiche libanesi, tra le quali Hezbollah.