Confermata la morte di Santiago Maldonado. La multinazionale Benetton ha nulla da dire?

Confermata la morte di Santiago Maldonado. La multinazionale Benetton ha nulla da dire?

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

E' ufficiale il corpo ritrovato in un fiume del sud dell'Argentna è effettivamente dell'attivista Santiago Maldonado, primo desaperecido dell'era Macrì. A confermarlo sono stati la famiglia dopo l'autopsia e il giudice Gustavo Lleral.  «Abbiamo riconosciuto i suoi tatuaggi, siamo convinti che si tratti di Santiago», ha dichiarato il fratello. Mentre il giudice incaricato del caso ha dichiarato che non sono presenti lesioni ma per comprendere le cause della morte sarà necessario aspettare almeno due settimane. 

Santiago Maldonado era desaparecido dal 1 agosto quando la polizia di Macrì ha brutalmente represso una protesta degli indigeni mapuche in Patagonia che lottano contro l'esproprio delle proprie terre operate dal gruppo Benetton.   In questo video è illustrata bene tutta la vicenda:



Riproponiamo anche questo ottimo articolo di Sergio Cararo scritto poco dopo la scomparsa:
 

Una lettera dall’Argentina ci invita a sollevare anche in Italia la vicenda di Santiago Maldonado, un giovane attivista argentino desapararecido da agosto mentre sosteneva la protesta dei Mapuche contro l’espropriazione della loro terra in Patagonia. Abbiamo riferito diverse volte sul nostro giornale delle mobilitazione per “l’apparizione in vita di Santiago Maldonado”, ultima delle quali una enorme manifestazione a Plaza de Mayo a Buenos Aires.

Ma i nostri amici e compagni argentini ci chiedono qualcosa di più. Le terre che i Mapuche stanno difendendo, sono infatti contese ad una grande multinazionale italiana: la Benetton. Questa ha infatti comprato quasi 800.000 ettari di territorio per allevarvi le pecore da cui ricavare lana e tessuti per le sue produzioni. Ma su quelle terre ci sono i Mapuche, che da anni conducono una resistenza durissima e violentemente repressa sia sul versante argentino che su quello cileno.

“Carlo Benetton, fratello minore della famiglia che controlla l’impero tessile italiano, è uno dei milionari del pianeta innamorato della Patagonia argentina. Nel 1991, il gruppo ha acquistato in questo paradiso 900.000 ettari (più spazio di quello della Comunità di Madrid) nella raccolta di circa 100.000 pecore, che hanno prodotto il 10% della lana della ditta. Carlo viaggia quattro volte l’anno per godersi gli amici e controllare la produzione che sarà la base dei suoi vestiti” – scrive in “Battaglia in paradiso” il giornale Resumen Latinoamericano– “Ma la sua tenuta placida ed enorme ha riscontrato un problema che nessuno sa come affrontare: un gruppo di indiani Mapuche che occupava queste terre fino a quando non sono stati praticamente spazzati via dagli argentini alla fine del XIX secolo, si è installato in un piccola zona con l’intenzione dichiarata di “iniziare la ricostruzione della gente di Mapuche”. “Questo è come se io ora vado a Inverness in Scozia per reclamare la terra dei miei antenati”, si lamenta Ronald McDonald, uno scozzese che è venuto in Patagonia ad allevare pecore, ma che è anche il direttore generale della società Benetton. McDonald viaggia con un veicolo fuoristrada nell’enorme tenuta in un luogo magnifico, con le maestose Ande sullo sfondo. Solo le pecore e il vento patagonico rompono il silenzio”.

I nostri amici argentini ci scrivono per informarci che negli ultimi anni, e soprattutto nello scorso gennaio, ci sono state azioni repressive molto forti da parte della “Gendarmeria Nazionale” ed è provato da testimoni che i gendarmi alloggiano in una palestra dentro quella che viene chiamata la “Repubblica Benetton” (i 900mila ettari di proprietà dell’azienda), dove con un catering vengono rifocillati a spese dell’azienda. Lo stesso sindaco di Maitèn ha ringraziato pubblicamente Benetton perché grazie ad esso ha potuto pagare le tredicesime.

La scomparsa forzosa di Santiago Maldonado, va inquadrata in una escalation che include torture, morti e “sparizioni” contro i Mapuche. In Italia, dopo la “desaparicion” di Santiago Maldonado, alcuni argentini hanno fatto sottoscrivere una lettera a diversi parlamentari italiani e l’hanno consegnato all’ambasciata, con la quale chiedono l’apparizione in vita di Santiago Maldonado.

Insomma questa vicenda ci riguarda da vicino. L’idea degli imprenditori “italiani brava gente”, non regge al confronto con i fatti. Le autorità argentine continuano a coprire la Gendarmeria ritenuta responsabile dell’arresto e della scomparsa di Santiago Maldonado e delle violenze contro i Mapuche. Forse bisogna prendere la mobilitazione da lontano, dalla “tasca”, dagli interessi dei Benetton. Sarebbe opportuno porre ai dirigenti e ai proprietari della Benetton in tutta Italia – ma anche ai loro clienti nei vari centri vendita sparsi nelle città e nei centri commerciali – “Sapere dirci qualcosa di Santiago Maldonado?”

Strage di Suviana e la logica del capitalismo di Paolo Desogus Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso di Fabrizio Verde Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso

Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda di Geraldina Colotti Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

La fine dell'impunità di Israele di Clara Statello La fine dell'impunità di Israele

La fine dell'impunità di Israele

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Lenin, un patriota russo di Leonardo Sinigaglia Lenin, un patriota russo

Lenin, un patriota russo

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Liberal-Autocrazie di Giuseppe Giannini Liberal-Autocrazie

Liberal-Autocrazie

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare di Michelangelo Severgnini Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Il primo dei poveri di Pasquale Cicalese Il primo dei poveri

Il primo dei poveri

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

La crisi nel Corno d’Africa di Paolo Arigotti La crisi nel Corno d’Africa

La crisi nel Corno d’Africa

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti