Documenti inediti CMC-Permindex. La chiave dell’assassinio di JFK

Documenti inediti CMC-Permindex. La chiave dell’assassinio di JFK

Trovati i documenti societari del Centro Mondiale Commerciale. Svelano, finalmente, un clamoroso filo unico tra l’attentato di Dallas contro John Kennedy e la Strategia della tensione.

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Riceviamo e pubblichiamo quest'interessante documentario, con annesso articolo di presentazione.

 
 
di Michele Metta*
 
Chi ha visto il film di Oliver Stone dedicato a Kennedy, sa bene che questo è basato sull’inchiesta giudiziaria svolta nel 1967 da Jim Garrison, l’allora Procuratore distrettuale di New Orleans, sulla morte di JFK. Garrison, infatti, non persuaso dalla versione governativa della Commissione Warren – quella, cioè, che addita come colpevole un folle solitario – aveva, come consentitogli dalla legge, riaperto il caso. Indagini nel corso delle quali Garrison aveva individuato un complotto, uno dei cui cardini era Clay Shaw, un imprenditore statunitense. Un’importante scoperta di Garrison riguardo Shaw, era che questi era parte d’una S.p.A. aperta qui in Italia, a Roma, nel 1958, e chiamata Centro Mondiale Commerciale. Ebbene, le carte societarie del CMC, finalmente da me reperite, svelano che esiste un filo unico tra gli spari di Dallas e la Strategia della tensione. Vediamo subito come.

Cominciamo con il dire che il CMC ha, come propria fonte di finanziamento, due Banche molto sui generis: la Seligman e la Schroder. Questo, perché profondamente legate ad Allen Dulles, il direttore della CIA. Cosa che assai adeguatamente spiega come mai la Schroder sia anche la Banca che finanzia i golpe della CIA nel 1953 in Iran e nel 1954 in Guatemala. Inoltre, due membri del CMC sono Roberto Ascarelli e Virgilio Gaito.

Si tratta di due tra i più stretti sodali di Licio Gelli, il massone fascista a capo della P2: in tutto, la Commissione Anselmi determinerà che sono possessori della tessera della loggia ben 43 Generali ed 8 Ammiragli, 44 parlamentari, ed i leader dei nostri Servizi segreti. Non solo: i documenti del CMC finalmente da me recuperati rivelano pure che il luogo dove la P2 nasce coincide con il luogo in cui sono celebrati Consigli d’Amministrazione del Centro Mondiale Commerciale.

Stabilito questo, per dipanare il filo tra Dallas e le stragi italiane, andiamo ora al 7 luglio del 1960. È la data in cui la massoneria statunitense e quella del nostro Paese stringono un patto di mutua assistenza. Alla cerimonia della firma, stranamente, partecipano però pure il ministro Giuseppe Trabucci e l’Ambasciatore USA James Zellerbach. Molto meno strano al sapere che la mente dietro quel patto è un Agente della CIA: Frank Gigliotti. Come sottolineato proprio, in primis, dalla Commissione Anselmi, esiste un legame fortissimo tra Gigliotti e Gelli. Organizzatore del viaggio di Gigliotti in Italia è Giuseppe Pièche.

Trattasi di un Generale con un passato molto in alto nella dittatura di Mussolini. Quel che le carte del CMC aggiungono ora alla sua biografia, è che Pièche è pure membro del Centro Mondiale Commerciale. Tornando a Trabucchi, il politico è parte d’un Gabinetto guidato da Fernando Tambroni. Quest’ultimo, vanta consistenti legami con la CIA, a partire da quelli intrecciati con Paul Driscoll, pupillo, ci risiamo, di Dulles. Tambroni è Presidente del Consiglio grazie ai voti di parlamentari fascisti. Suo segreto intento è instaurare una dittatura di estrema Destra. Genero di Tambroni è Franco Micucci Cecchi: carte societarie alla mano, membro del CMC. Il patto tra massoneria italiana ed USA ha due clausole segrete: la creazione di logge massoniche sotto controllo CIA ed impedire a John Kennedy di svolgere la carica di Presidente.

Ulteriore data cui occorre ora andare è il 6 agosto 1960, quando Gigliotti manda una lettera a Richard Nixon. Promette all’allora rivale di Kennedy nella corsa alla Casa Bianca che la massoneria non lascerà nulla d’intentato a favore di Nixon. Il 18 novembre dell’anno dopo, a Roma, si svolge un vertice: vengono discussi i modi più efficaci per promuovere la Guerra sporca contro il comunismo. Larga la presenza di neofascisti tra i partecipanti. Il vertice è aperto da un messaggio augurale di Dirk U. Stikker: è l’allora Segretario Generale della NATO. Soprattutto, organizzatore del summit è Randolfo Pacciardi. Ha un’eccellente relazione di lunga data con Gigliotti. Al vertice, c’è pure Giuseppe Spataro: il Ministro degli Interni durante il Governo Tambroni. Mentre ricopriva tale incarico, Spataro aveva autorizzato la Polizia a sparare sui manifestanti antifascisti che protestavano contro Tambroni.

L’ordine di Spataro è causa di un morto e ventiquattro feriti il 5 luglio 1960; di otto morti e innumerevoli feriti il 6 luglio; di un morto e sette feriti l’8 luglio. Sempre a Roma, ma nel giugno del 1962, eccoci poi ad un incontro tra Giovanni De Lorenzo, l’allora guida del SIFAR, il nostro Servizio segreto militare, e Vernon Walters, l’attaché militare presso l’Ambasciata statunitense.

La CIA ha emesso un protocollo segreto: le politiche del Presidente Kennedy, secondo le farneticazioni della CIA stessa, starebbero mettendo l’Italia nelle mani di una dittatura comunista.

L’Agenzia di spionaggio chiede quindi al SIFAR d’assicurare piena assistenza al fine di boicottare John Kennedy. De Lorenzo e Walters sottoscrivono tale protocollo. Tuttavia, tempo dopo, Walters imprudentemente afferma che la situazione italiana sarebbe a tal punto uscita dai limiti da rendere necessario che le truppe USA occupino la nostra Penisola. Ovviamente adirato per la frase, JFK rimuove Walters dall’Italia. Kennedy ordina che sostituto di Walters sia James Strauss. Un problema che Walters e De Lorenzo decidono di risolvere semplicemente scavalcando Strauss. Una decisione di tipo sovversivo protetta dalla complicità di Thomas Karamessines, figura di punta delle operazioni illegali della CIA nel Mondo, e da altrettanta complicità da parte di Renzo Rocca. Rocca è figura chiave di Gladio, la rete segreta dello Stay-Behind. Esiste prova che De Lorenzo era stato comprato da un piano di corruzione creato dal Centro Mondiale Commerciale, ed avente per scopo il portare dalla propria parte i nostri vertici dello Stato.

Andiamo ora all’anno successivo. 12 settembre 1963: Rocca scrive a Giovanni Allavena, il capo del Controspionaggio del SIFAR. Allavena risulterà pure tra gli aderenti alla P2. Rocca comunica ad Allavena che per evitare che l’Italia slitti a sinistra, sta preparando quelle che, in gergo, sono definite False Flags: operazioni, cioè, sporche, da attribuire falsamente al nemico. Aggiunge che queste ricomprenderanno atti terroristici. Rocca specifica che, per raggiungere l’obiettivo, sa di poter contare sull’appoggio fattivo di membri del Parlamento. Uno di loro è il caro vecchio amico di Gigliotti: il Randolfo Pacciardi organizzatore del vertice anticomunista del 1961. Un altro è Giulio Andreotti. Gelli ed Andreotti si conoscono l’un l’altro assai bene. Non mancano testimoni che lo indicano quale capo occulto della P2, a fianco di Gelli, quello palese. C’è poi un ultimo parlamentare elencato da Rocca ad Allavena.

Quel che possiamo scoprire oggi grazie alle carte societarie, è che pure questi, il cui nome è Alfredo Crocco, è un membro del Centro Mondiale Commerciale. Alfredo Crocco il cui fratello, Luigi, uno scienziato, è, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, reclutato da William Donovan, il capo dell’OSS, il Servizio segreto da cui sorge poi la CIA. È così che Luigi Crocco diventa una delle più importanti figure del potere militar-industriale degli Stati Uniti. Cognato di Alfredo e Luigi Crocco è Giuseppe Gabrielli. Nel 1955, Gabrielli, quale Ingegnere capo presso il settore velivoli della FIAT, aveva realizzato il G-91, il mezzo d’attacco aereo della NATO. Al comando della FIAT, all’epoca, c’è Vittorio Valletta. Fanatico anticomunista, Valletta è il principale finanziatore segreto proprio di Renzo Rocca. La lettera di Rocca ad Allavena è d’appena qualche giorno successiva ad un incontro da Rocca avuto con il capo della Stazione CIA di Roma: William Harvey. Incontro dove Harvey aveva definito le politiche di Kennedy un pericolo totale. Harvey aveva perciò ordinato a Rocca di usare qualunque mezzo, per combatterlo. Comprese le False Flag.

Febbraio 1963: Ramfis Trujillo, figlio del defunto dittatore dominicano Rafael Trujillo, è ad Haiti. È sull’isola per predisporre la distribuzione dei fondi necessari all’organizzazione dell’attentato contro JFK. Lì, s’incontra con l’Agente CIA Howard Hunt. Durante gli ultimi mesi del 1962, Ramfis Trujillo aveva mandato milioni di dollari ad una Banca assai particolare: il Credito Commerciale e Industriale. Uno dei membri del C.d.A. di tale Banca è Alfonso Spataro: il figlio del Giuseppe Spataro ministro del Governo Tambroni. Grazie ad un sistema di scatole cinesi, quei milioni scompaiono senza traccia. Connesso ad Opus Dei, Vaticano ed estrema Destra internazionale, il Credito Commerciale e Industriale è presieduto da Valerio Borghese, uomo di Mussolini tra i più crudeli, e per questo condannato a morte alla caduta del fascismo. Ma un doppio intervento lo sottrae a questa sorte: quello di James J. Angleton e di Corrado Bonfantini.

Già potente esponente dell’OSS, Angleton diviene poi esponente di spicco della CIA. Profondamente grato per il salvataggio, Borghese diviene un burattino di Angleton. Bonfantini diviene invece membro – eccoci – del Centro Mondiale Commerciale. Il 2 ottobre del 1963, il giornalista Richard Starnes, sul Washington Daily News, documenta come la CIA stia arrogantemente disattendendo gli ordini di Kennedy.

Starnes definisce la CIA un cancro che JFK potrebbe non più essere in grado di fermare. Il giorno dopo, sul New York Times, gli fa eco Arthur Krock, definendo Starnes un cronista di provata affidabilità. A metà del mese successivo, ecco Mark Wyatt, il vice di Harvey a Roma, imbattersi appunto in Harvey mentre questi sta per prendere un aereo diretto a Dallas. Chiesto, stupito, il motivo dell’improvviso viaggio, Wyatt si sente rispondere: «Per vedere cosa succede». Quel che a Dallas accade di lì a pochissimo è ben noto. L’assassinio di Kennedy, pretende, però, la Commissione Warren, sarebbe opera di Lee Oswald, un pazzo che avrebbe sparato con un Carcano, fucile italiano. Se tuttavia andiamo a scavare, grazie al numero di serie dell’arma, scopriamo dati del tutto in linea con quanto fin qui emerso tramite i documenti del CMC. Il numero di serie, infatti, ci porta ad un nome: Samuel Cummings. Cummings lavora per la CIA. Non solo: è anche membro della Adams Consolidated Industries.

È la Società acquirente del Carcano di Dallas. Attenzione, ora: Cummings è in stretti rapporti con Enrico Frittoli. Frittoli è ottimo amico di Licio Gelli. Per portare materialmente il Carcano dall’Italia negli Stati Uniti, la Adams utilizza una sua consociata: la Crescent Firearms. Factotum della Crescent è Joseph Saik. Ucraino e fervente anticomunista, Saik è, allo stesso tempo, Vicepresidente della Adams.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Saik faceva parte del Quartier Generale USA in Francia, guidato da Eisenhower. Uno dei più stretti collaboratori di Eisenhower in quel frangente è il Generale Charles Thrasher, Agente d’una branca dell’OSS dedita alle Operazioni speciali. È l’identico Thrasher il cui assistente in campo sarà poi il membro del CMC incriminato da Garrison: Clay Shaw. Come indicato da documenti della CIA ora non più segreti, Shaw, durante gli anni Cinquanta, sarà Agente della Central Intelligence Agency in America Latina. Legame con la CIA proseguito, a partire dal 1958, tramite il suo ingresso nel Centro Mondiale Commerciale. Il racconto circa le origini del Carcano fornito dalla Commissione Warren si basa su d’un dossier creato dal SIFAR; sotto la supervisione di Andreotti. Inutile dirlo: non contiene alcun riferimento né al CMC né a Gelli.

*Le dichiarazioni e opinioni espresse in quest'articolo e nel documentario non rappresentano necessariamente il punto di vista de l'AntiDiplomatico

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