'Il Giornale' (di Sallusti e Berlusconi) prova "ribrezzo" per le elezioni democratiche e libere in Venezuela
di Fabrizio Verde
Ribrezzo. Questa la parola chiave utilizzata dal redattore di un articolo apparso sul quotidiano ‘Il Giornale’ dove pomposamente viene annunciato: «Ecco i brogli di Maduro». In riferimento alle elezioni regionali in Venezuela del 15 ottobre, dove il Partito Socialista Unito del Venezuela è uscito vittorioso. 18 governatori su 23 e il 54% dei voti a livello nazionale. Questi i numeri delle tornata elettorale.
Quali sarebbero i brogli annunciati nel titolo? Tanto da far scrivere al redattore nel suo articolo: «Il voto di domenica scorsa in Venezuela per scegliere 23 governatori è stata infatti una frode senza precedenti». Con tali premesse ci si aspetterebbe delle rivelazioni bomba, anche perché da questo punto di vista la stessa opposizione venezuelana è molto divisa.
Scrive ‘Il Giornale’: «Tutti i sondaggi della vigilia davano tra 13 e 18 governatori all'opposizione, che surclassava nel computo generale dei voti il chavismo. E questo nonostante una serie macroscopica di irregolarità, a cominciare dalla tecnica adottata con successo in Nicaragua da Daniel Ortega del ratón loco, il «topo impazzito», che consiste nello spostare all'ultimo momento i seggi dove vota chi il regime sa essere contro di lui».
L’estensore dell’articolo si mostra poco attento visto che un articolo apparso su teleSUR lo scorso 5 di ottobre spiega: «Le elezioni regionali in Venezuela giungono in seguito a manifestazioni violente promosse dalla destra, che hanno lasciato più di 100 morti e danni ingenti a beni pubblici e privati del Paese.
Dopo i fatti violenti, alcuni seggi elettorali sono stati trasferiti, per cui le autorità del CNE hanno insistito sul fatto che i venezuelani consultassero il sito ufficiale con il loro numero di identità per conoscere il luogo in cui esercitare il diritto di voto.
A tal fine sono disponibili altre opzioni, come ad esempio il numero di telefono 0800- Votemos (0800-8683667) o l'invio di un SMS con la carta d'identità a 2637».
L’articolo poi si dilunga sulla nuova società, Ex-Clè subentrata a Smartmatic, incaricata di gestire il processo elettorale venezuelano. Lo stesso, vale la pena ricordarlo, definito dall’ex presidente Usa Carter - quindi non un pericoloso bolscevico - il migliore del mondo.
Le elezioni regionali hanno visto la presenza di osservatori internazionali provenienti da Europa, America Latina e finanche Stati Uniti e ricevuto l’avallo da parte del Ceela, il Consiglio degli Esperti Elettorali dell’America Latina. L’organismo comprovò il giorno successivo alle elezioni la piena regolarità del processo elettorale venezuelano. Come spiegato da l’AntiDiplomatico in questo articolo.
Ceela: Elecciones regionales demostraron la voluntad del pueblo https://t.co/iq4xfCO1IN pic.twitter.com/CZtsRWdNlX
— Últimas Noticias (@UNoticias) 16 ottobre 2017
Per il quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi invece gli «osservatori indipendentisti catalani che, con un manipolo di cubani, boliviani e nicaraguensi, hanno avallato la trasparenza democratica del suffragio del 15 ottobre scorso». Anche in questo caso constatiamo che il redattore è stato disattento. Quelli che vengono definiti in maniera sprezzante indipendentisti catalani sono in realtà: Javier Couso, europarlamentare di Izquierda Unida; Sara Vilà, senatrice per En Comù Modem; Eva Solla, vicepresidente del Parlamento della Galizia; e Carlos Enrique Bayo, giornalista di Publico.
Gli osservatori spagnoli hanno diramato un comunicato riportato dal quotidiano iberico Publico, dal titolo molto chiaro: «L’opposizione ha partecipato e avallato tutto il processo».
Se c’è un grande assente nell’articolo de ‘Il Giornale’ questi è l’opposizione venezuelana. Anche in questo caso l’eterogeneo cartello che riunisce le opposizioni al chavismo si è mostrato diviso. Alcuni denunciano brogli, ma debolmente visto che non vi sono prove di quanto affermano. Mentre altri dirigenti come il navigato Ramos Allup - forte dei 4 governatori su 5 conquistati - si affretta a smarcarsi dalle forze più radicali affermando di non aver riscontrato brogli. Così come Henri Falcon, l’ex governatore dello Stato Lara, altro grande sconfitto di questa tornata elettorale che ha subito accettato il verdetto delle urne senza denunciare inesistenti brogli.
Questa esaustiva infografica prodotta dal portale laIguana.tv informa sulle posizioni assunte in merito dagli altri dirigenti della MUD. Che in maggioranza non sposano la fallace tesi, a quanto pare costruita a tavolino in quel di Washington, sui brogli che avrebbero consentito al chavismo di vincere.
El Dpto. de Estado emite las órdenes que debe cumplir la oposición. Nombrar un CNE ilegal y desconocer resultados. Hoy Borges reactivó la AN pic.twitter.com/1dluKllQWd
— William Serafino (@williamserafino) 19 ottobre 2017
Tornando al ribrezzo. La parola chiave nell’articolo de ‘Il Giornale’. Constatiamo che l’unico ribrezzo reale è quello che emerge dalle colonne del quotidiano milanese per un processo sinceramente democratico che ha portato un popolo eroico come quello venezuelano, nel bel mezzo di un assedio internazionale tremendo con inflazione galoppante e scarsità indotta, a riconfermare la propria fiducia nel governo socialista guidato da Maduro.