"Mercanti di uomini": cosi' l'occidente finanzia il jihadismo dalla Libia alla Siria

"Mercanti di uomini": cosi' l'occidente finanzia il jihadismo dalla Libia alla Siria

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!



di Fulvio Scaglione* - Linkiesta


I conflitti in Siria, in Afghanistan e in Iraq non sono stati onorevoli iniziative umanitarie, bensì guerre sporche, motivo di continuo imbarazzo per i politici, per l’esercito e per l’Occidente”. È una verità triste e nota che, però, non sarà mai raccontata abbastanza. E fa piacere ritrovarla in uno studio che non solo parla della “fine della verità” in Siria e su altri fronti ma prova, con successo, a inserire il tutto in un quadro più ampio, come si dice oggi: globale.


Mercanti di uomini . Il traffico di ostaggi e migranti che finanzia il jihadismo (Rizzoli), di Loretta Napoleoni, appena sbarcato in libreria, è un libro perfetto per cominciare ad affrontare le conseguenze culturali di questa globalizzazione senza geografia né antropologia in cui tutti siamo immersi e che, inevitabilmente, si scontra con la realtà di un pianeta dove, al contrario, i tratti geografici e antropologici contano ancora. Eccome, se contano.


L’idea folle che un solo modo di pensare, il nostro ovviamente, potesse essere “esportato” a ogni latitudine (quindi a dispetto di ogni vicinanza e legame) e imposto a qualunque popolo (quindi con disprezzo di storie e culture) ci sta facendo danni enormi e destabilizza il pianeta oltre ogni immaginazione.
Cominciare a raccontarlo svelando i retroscena dei rapimenti e del traffico di essere umani è un approccio geniale, perché gli uni e l’altro sono una faccia della stessa medaglia (la Napoleoni cita Rob Wainwright, direttore di Europol: “Il viaggio del 90% dei rifugiati arrivati in Europa è agevolato da un’organizzazione criminale”), quella di un’industria criminale che, a sua volta, non è che l’altra faccia di quella globalizzazione senza senso che ci viene presentata come dono gratuito di libertà e democrazia.


Il risultato è un perpetuo auto-inganno, un racconto del mondo che ha rapporti sempre più scarsi con la realtà del mondo. Parte corposa del libro è dedicata ai giornalisti e ai cooperanti rapiti in Medio Oriente, in particolare in Siria. E ciò che ne esce è esattamente ciò che è stato per anni negato: “L’insurrezione siriana non era guidata dall’esercito idealizzato di combattenti per la libertà nato della Primavera araba. Piuttosto, era un ginepraio di jihadisti, delinquenti, signori della guerra, sequestratori e terroristi alla costante ricerca di soldi e armi”. Per dirla altrimenti, con le parole della giornalista olandese Joanie de Rijke, a suo tempo rapita in Afghanistan dai talebani: “Di fatto, in Siria i media hanno preso una posizione ben precisa. Hanno violato la regola fondamentale della nostra professione, la neutralità, ed è per questo che non ci è giunta alcuna notizia di siriani pronti a sostenere il regime”.


Con la stessa lucidità il libro della Napoleoni analizza le connessioni tra il jihadismo, l’universo insurrezionale (di cui la Napoleoni parla n questi termini: “L’albero genealogico delle organizzazioni armate “moderate” in Siria – quelle che l’ambiziosa coalizione del presidente Obama ha sostenuto fin dall’estate del 2014 con campagna di bombardamenti, addestramento militare, fornitura di armi e lezzi finanziari – è molto intricato… assomiglia a una rete incestuosa di alleanze, rapporti personali, inganni, partnership delinquenziali e joint venture tra gruppi armati”) e il traffico di migranti che ha investito l’Europa. Nel 2015 la “tassa” sui migranti siriani che fuggivano in Turchia ha fruttato all’Isis mezzo milione di dollari al giorno al solo confine con la Turchia laddove, come racconta un rifugiato che ha fatto il viaggio, “non rischi che le guardie di frontiera ti sparino addosso”. E si parla del confine che proprio nel 2015 la Nato corse a proteggere dopo l’abbattimento di un caccia russo da parte dei turchi.


Ha dunque ragione chi (vogliamo fare un nome indecente: Donald Trump) giudica l’Isis la principale minaccia planetaria alla sicurezza. Non tanto in sé ma perché è la punta acuminata di una piramide che ha una base molto larga di storture, abusi e politiche sbagliate. Queste tragedie ci riguardano. E non solo come “vittime”, parte che ci piace assumere quando una bomba scoppia in una delle nostre città o i migranti mettono a fuoco un Cie. Ma come attori protagonisti, ruolo spiacevole che infatti tendiamo a respingere. Ma Iraq, Siria, Libia, Somalia e altri fallimenti continueranno a turbare le nostre notti. Compresa quella dell’informazione.


*Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica di Paolo Desogus I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

Voto russo e ipocrisia occidentale di Fabrizio Verde Voto russo e ipocrisia occidentale

Voto russo e ipocrisia occidentale

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba di Geraldina Colotti Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese di Leonardo Sinigaglia Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Il ruolo dei media in Occidente di Giuseppe Giannini Il ruolo dei media in Occidente

Il ruolo dei media in Occidente

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia? di Paolo Arigotti Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

La colpa della sinistra liberista di Michele Blanco La colpa della sinistra liberista

La colpa della sinistra liberista

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti