Avaaz e la campagna anti-Trump: l'ultima spiaggia di un regime (anche mediatico) alla canna del gas
Dilaga negli USA la polemica sull’annuncio (poi cancellato dal web) a firma Washington CAN! (associazione “sinistra radical”, già sostenitrice di Bernie Sanders) che prometteva una valanga di benefit (soldi e, addirittura, un lavoro fisso) a chi fosse sceso in piazza per contestare l’elezione di Trump. Per alcuni una bufala messa su dai sostenitori di Trump per ridicolizzare le (sparute) proteste di questi giorni; per altri una bufala creata dalla stessa Washington CAN! per potere poi accusare i sostenitori di Trump di giocare sporco. Insomma. un gioco di specchi senza fine.
L’unica cosa certa è l’incredibile spazio che i mass media (anche italiani) stanno dedicando alle “manifestazioni” anti Trump che, al di là della celebratissima invasione dell’autostrada 101 (un migliaio di persone) hanno coinvolto negli USA quattro gatti. E ci si mette pure Avaaz che – con la stessa attendibilità dei sondaggi preelettorali – annuncia che più di due milioni di persone avrebbero firmato per la defenestrazione/delegittimazione di Trump.
Additare una (davvero improbabile) “guerra civile” negli USA si direbbe l’ultima spiaggia di un regime (anche mediatico) alla canna del gas dopo la debacle della loro “certa” candidata. Regime mediatico che, ovviamente, non vi racconta che l’ottima, ma pressoché sconosciuta , Jill Stein ha ottenuto più di un milione e duecentomila voti: l’1% dell’elettorato.