Le fake news di Angelo Panebianco
Il ricorso alla diffusione di falsità è arma politica antica
di Carlo Formenti - MicroMega
Ormai tutti gli opinionisti dotati di un minimo di onestà intellettuale riconoscono che le cosiddette fake news sono, nella migliore delle ipotesi, un termine di moda privo di contenuto reale (più o meno come il termine populismo, usato indiscriminatamente per screditare gli avversari politici), nella peggiore, un’arma propagandistica da usare contro quei media alternativi che, dall’elezione di Trump alla Brexit, senza dimenticare il referendum del 4 dicembre 2016, si sono rivelati efficaci nell’azione di contrasto alle campagne terroristiche orchestrate da giornali e tv per “sconsigliare” comportamenti elettorali incompatibili con gli interessi delle élite al potere.
Il ricorso alla diffusione di falsità è arma politica antica. Si tratta di falsità <
Prima bufala. Panebianco si scaglia contro il <
Qui le falsità sono tre in colpo solo: 1) che in Italia i laureati scarseggino è un dato di fatto attestato dal confronto con altri Paesi europei; 2) il luogo comune secondo cui ci sono troppi umanisti è dettato dalla preoccupazione che in generale chi compie questo tipo di studi è più portato a sviluppare capacità critiche nei confronti del sistema e quindi a rompere le scatole; 3) il continuo calo degli iscritti all’università (tanto umanistiche che scientifiche) è causato dal ruolo marginale che la divisione del lavoro che il vertice della Ue a trazione tedesca attribuisce al nostro Paese, sempre più deindustrializzato e votato alle attività del terziario arretrato. In questo contesto le famiglie meno abbienti non hanno interesse a investire nella formazione di figli che finiranno lavorare nei call center o a consegnare pizze a domicilio. Mentre i laureati in discipline scientifiche per trovare lavoro devono emigrare (quindi anche loro sono <
Seconda bufala. Basta con le richieste di lavoro, tuona Panebianco, chi avanza questa pretesa evidentemente aspira al lavoro improduttivo (<
Insomma le ricette dell’austerity che hanno messo definitivamente in ginocchio la Grecia invece di risanarla. Sembra incredibile che ci sia ancora chi crede davvero in queste bugie (dopo una crisi disastrosa che gli economisti liberisti non hanno saputo prevedere né tanto meno fronteggiare) e dopo che lo stesso Fondo monetario internazionale ha messo in discussione i dogmi su cui si fondava il Washington consensus. Ma forse il nostro non ci crede, forse, per citare le sue stesse parole, <
Ultima bufala (ce ne sarebbero altre ma credo bastino queste tre). Si continua ad attaccare la casta dei politici, scrive Panebianco, ma non si indica mai qual è la loro vera colpa: non rubare, servire gli interessi delle lobby finanziarie, ecc. ma fare da <