Chi colpisce il Venezuela attraverso il truffaldino Dolar Today?
Mafie e tentativi di destabilizzazione dell'economia al fine di dissanguarla, si celano dietro al portale che fissa il tasso di cambio tra bolivar e dollaro statunitense al mercato nero
di Fabrizio Verde
In questo periodo il Venezuela sta subendo un pesante attacco sul versante economico-finanziario. Uno degli strumenti maggiormente utilizzati per portare avanti questo attacco e affondare colpi pesanti è il portale Dólar Today.
Si tratta di un pubblicazione online dove viene calcolato il tasso di cambio al mercato nero tra il dollaro statunitense e il bolívar venezuelano. Un’attività più volte denunciata dal governo bolivariano perché minaccia e destabilizza l’economia venezuelana.
Una relazione pubblicata nello scorso agosto dalla Commissione Economica per l’America Latina (CEPAL) - come riporta teleSUR - ha confermato che la pagina web Dólar Today genera distorsioni nel mercato dei cambi con la pubblicazione di valori relativi a un dollaro parallelo.
«Maggiore volatilità, incertezza e aspettative infondate riguardanti la svalutazione del bolívar rispetto al dollaro statunitense», queste sono le principali conseguenze dell’attività svolta dal portale, secondo quanto si legge nella relazione della CEPAL. La Commissione ha inoltre spiegato che Dólar Today utilizza informazioni non verificate e che non rispecchiano la realtà delle forze di mercato, distorcendo così il mercato dei cambi con effetti negativi sull’economia del Venezuela e il commercio con la Colombia.
Chi c’è dietro Dólar Today?
L’emittente teleSUR spiega che dietro la pagina web creata nel 2010 con sede negli Usa, c’è Gustavo Díaz, un ex colonnello venezuelano che ebbe un ruolo attivo nel fallito golpe ai danni del Comandante Hugo Chávez nel 2002. L’ex militare è attualmente residente negli Stati Uniti.
Come funziona?
Dólar Today calcola il prezzo del dollaro parallelo basandosi sul prezzo della moneta venezuelana alla frontiera con la Colombia. Infatti, come spiega Marco Teruggi a teleSUR, la Colombia consente «due tipi di cambio tra peso e bolívar nel paese», così il prezzo della moneta venezuelana viene di fatto «stabilito alla frontiera. In questo modo la quotazione non dipende dalla domanda e dall’offerta di dollari in Venezuela, ma viene fissata attraverso una quotazione arbitraria, organizzata nell’ambito del piano di destabilizzazione internazionale ai danni del Venezuela».
Successivamente i commercianti venezuelani basano i prezzi nelle proprie attività seguendo la tendenza indicata da Dólar Today. Come conseguenza di una siffatta situazione, viene fortemente colpito il potere d’acquisto dei cittadini.
Il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, ha parlato senza mezzi termini di un vero proprio colpo di Stato organizzato dai settori finanziari nazionali e internazionali attraverso un attacco alla carta moneta del paese, che in questi giorni è stato accompagnato da un sabotaggio cibernetico alla piattaforma internet nazionale. Un attacco che ha mandato in tilt il sistema dei bancomat e dei pagamenti elettronici, causando grossi disagi nel paese.
La reazione dell’opposizione
Davanti a una situazione del genere, l’opposizione, invece di fare fronte unito con il governo per il bene dei cittadini venezuelani è parsa quantomeno connivente. Il presidente dell’Assemblea Nazionale, Henry Ramos Allup, attraverso un tweet ha addirittura cercato di sminuire il ruolo di Dólar Today nel duro attacco portato all’economia venezuelana.
Si voceros régimen continúan con la cantinela d q @DolarToday es responsable alza dólar, deberían nombrarlo Ministro Hacienda y pte BCV.
— Henry Ramos Allup (@hramosallup) 15 novembre 2016
Maduro ha spiegato che l’operazione «è diretta dalla Colombia dalla destra fascista venezuelana in alleanza con le mafie colombiane per lasciare il paese senza carta moneta».
Denunciamos un golpe de estado en proceso. Dolar Today, Banca Privada, Empresarios y la MUD Fascista arrecian el ataque ¡Pueblo Alerta! pic.twitter.com/7hgfbOsVl6
— Mario Silva (@LaHojillaenTV) 3 dicembre 2016