Se la strage alla moschea in Canada “è colpa di Trump”, allora per la proprieta' transitiva gli attentati in Europa...
E il Premio Oscar? “Come si può impedire al siriano Raed al-Saleh l’ingresso negli USA quando il film di Clooney “White Helmets” (l’organizzazione “umanitaria” creata da Raed al-Saleh) sarà presentato nella Notte degli Oscar”?
Si strugge la stampa negli USA dimenticando che, il 18 aprile 2016, al-Saleh fu fatto reimbarcare all’aeroporto Washington in quanto già inserito dalla Homeland Security in una lista di fiancheggiatori di jihadisti da tenere lontani dal suolo americano. È solo una delle grottesche contraddizioni che stanno costellando le “mobilitazioni” strombazzate dai media mainstream (in realtà, a scendere in piazza sono quattro gatti) contro la decisione di Trump (sostanzialmente identica a quella di Obama nel 2011) di sospendere, per sei mesi, l’ingresso negli USA ai cittadini di alcuni paesi islamici.
Ad esempio, la strage alla moschea di Quebec City. Per i media ci sarebbe dietro, se non la mano, certamente l’ideologia di Trump, considerando come la bufalara Site Intelligence Group ha catalogato gli attentatori. Ma, visto che questo parrebbe essere il metodo per identificare i mandanti, come mai nessun media, finora, aveva denunciato, per gli attentati jihadisti in Europa, la “responsabilità morale” di Obama e della Clinton?
Francesco Santoianni