Correa chiede una risposta «frontale» dell'America Latina alle misure di Trump
Secondo la proposta del presidente ecuadoriano i paesi del Sudamerica dovrebbero schierarsi per la difesa dei diritti umani
Le misure sull’immigrazione decise da Donald Trump, ampliamento del muro al confine con il Messico e sospensione temporanea degli ingressi da per persone provenienti da sette paesi, hanno suscitato un turbinio di reazioni in tutto il mondo.
A far sentire la propria voce è anche il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, che ha avanzato la proposta di elaborare «un discorso consolidato e frontale» dell’America Latina, in risposta alle misure portate avanti dall’amministrazione Trump. Secondo il leader ecuadoriano la risposta regionale deve propugnare la difesa dei diritti umani e il principio di mobilità.
In un’intervista rilasciata all’emittente spagnola ‘Cadena Ser’ Correa ha ricordato agli Stati Uniti che «sono stati un paese di migranti». In riferimento alle misure promesse in campagna elettorale e poi effettivamente rese esecutive da Donald Trump in materia di migrazione, muro e sospensione temporanea degli ingressi, Correa ha evidenziato che «tempi duri sono in arrivo».
Tuttavia, secondo il presidente ecuadoriano, le proteste in corso contro le politiche della nuova amministrazione, «che non si vedevano dai tempi della Guerra in Vietnam e della lotta per i diritti civili» fanno ben sperare per il futuro.