Vincono Rajoy, Merkel e l'Ibex 35. Perde la Spagna
di Alfredo Serrano Mancilla per RT
La destra giovane ha votato per la vecchia destra. Si è manifestata la fedeltà generazionale allo stesso progetto politico. Ciudadanos (C's) ha ceduto una parte dei suoi voti al Partito Popolare (PP): circa 400.000 voti. LO stesso ha fatto il quasi estinto Unión Progreso y Democracia (UPyD) (100.000 voti). Rajoy ha vinto facendo appello al voto utile per la destra spagnola. Guadagna 5 punti percentuali (33%), 14 deputati in più (137); per un totale di 7.906.185 voti; quasi 700.000 nuovi votanti rispetto al passato 20D. Il ‘sí se puede’ è stato cantato nei pressi della sede del partito della corruzione. La casta per adesso può restare tranquilla perché possiede una solida base di lealtà elettorale. Il PP e C’s sommano undici milioni di elettori. Raggiungono così il tetto massimo che storicamente ha ottenuto la destra in Spagna nelle ultime tre decadi. Accumulano un totale di 169 deputati: ad appena 7 dalla cifra necessaria a raggiungere la maggioranza assoluta per investire Rajoy come presidente. Senza dubbio, la raggiungeranno facilmente. Attraverso l’appoggio di qualche nazionalista o con l’astensione del Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE). Rajoy, responsabile politico di infiniti casi di corruzione nel suo partito e nelle istituzioni che governano, sarà presidente della Spagna. Né gli sgomberi, né l’indebitamento sociale, o la disoccupazione, l’incremento dell’esclusione sociale e la povertà, niente di niente gli fa perdere voti. Una parte della Spagna è così.
Dall’altra parte, il PSOE ha continuato a perdere seggi (passando da 90 a 85) e voti (130.000). Il peggior risultato della sua storia recente. Tuttavia, ha resistito al ‘sorpasso’. Restando la seconda forza più votata. Nonostante la sua debolezza, continuerà ad agire come opposizione principale. Pedro Sánchez non ha entusiasmato ma può dormire sonni tranquilli perché la sua concorrente, l’andalusa Susana Díaz, ha ottenuto risultati ancora peggiori nella sua comunità autonoma soccombendo di fronte al PP. Il PSOE, grazie all’aritmetica politica, ha schivato di carambola questo ‘round’ dove tutto sembrava condurre a un bivio con due sole possibilità: perdere-perdere. Non ha vinto, ma non ha nemmeno perso del tutto. Si è salvato giusto prima del suono della sirena. Lezione appresa: non sottovalutare mai un partito che è sopravvive dal XIX secolo.
L’altro contendente, Podemos (adesso Unidos Podemos), in alleanza con Izquierda Unida, non è riuscito a rompere la geometria ideologica della Spagna. Per adesso, la trasversalità, è rimasta un’intenzione. Unidos Podemos ha perso un milione di voti rispetto alle scorse elezioni. Continua a ricevere una gran quantità di voti, cinque milioni, ma insufficienti per assaltare il cielo in questa occasione. Patisce una sconfitta nella battaglia delle aspettative. Dopo un’ascesa continua, questa è la prima volta che frena. Non mancheranno quelli che affermeranno che siamo di fronte ‘al tetto di Podemos’. Una sentenza troppo frettolosa. Vedremo. C’è ancora molta strada da percorrere. Tutto dipenderà da quel che Podemos vuole per il suo immediato futuro: optare per il consolidamento e la coesione ideologica della sua attuale forza per accumulare dal basso nel medio termine; o se preferisce tentare di agguantare una maggioranza elettorale amplia ma ‘light’, rispetto alle affinità politiche. In altre parole: o si lavora con quelli che ci stanno o si cercano quelli che mancano. Le due cose sono forse incompatibili nel breve termine.
Infine, ci sono quelli che non hanno partecipato alla ‘festa della democrazia’. Dieci milioni e mezzo di spagnoli non si sono recati alle urne stanchi di questa seconda tornata elettorale. Uno spagnolo su tre continua a essere disilluso rispetto all’attuale politica. Alta l’astensione disincantata. La nuova politica non riesce a mobilitare. S’impone la vecchia politica.
La Spagna non vince con queste elezioni. Perdono tutti. Perde Ciudadanos; perde il PSOE; perde Unidos Podemos. E, fondamentalmente, perdono i cittadini che continueranno a soffrire questo decennio perso. Vincono solo Rajoy, Merkel e l’Ibex 35.
(Traduzione dallo spagnolo per l'AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)