Evo Morales: "Il Cile è l'Israele dell'America Latina"
Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha definito il Cile "l'Israele dell'America Latina" per la sentenza "a morte civile" contro nove suoi connazionali.
Chile es el Israel de Sudamérica: impone muros políticos, invisibles y mentales; da muerte civil a nuestros 9 compatriotas #Los9SonInocentes
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) 22 giugno 2017
Evo Morales ha comparato l'azione del Cile con quella che Israele ha in Medio Oriente, per la condanna ai nove funzionari boliviani emessa mercoledì, come pena di quello che è stato definito crimine di furto con intimidazione e violenza a funzionari impegnati alla lotta al contrabbando al confine dei due paesi. "Il Cile è l'Israele dell'America Latina. I nove sono innocenti", ha scritto Morales su Twitter.
In un altro massaggio ha fatto il paragone di questo caso con le relazioni in corso tra Stati Uniti e Messico, in particolare con la volontà di Trump di costruire un muro al confine. "Trump pone muri e discrimina i migranti che cercano un futuro migliore; il Cile sentenzia a morte civile a chi lotta il contrabbando".
Trump pone muros y discrimina a migrantes que buscan un mejor futuro; Chile sentencia a muerte civil a quienes persiguen el contrabando.
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) 22 giugno 2017
Página negra en la historia de la justicia chilena. Condenan a 9 bolivianos inocentes y benefician a contrabandistas reincidentes.
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) 22 giugno 2017
La giustizia cilena ha dichiarato colpevoli i nove funzionari boliviani arrestati il 19 marzo e li ha condannati a tre anni di carcere, oltre che ad una multa di 32 milioni di pesos. La prima rivendicazione di Morales è stata quella di definire i nove come "martiri per la rivendicazione marittima", in riferimento alla controversia in atto tra i due paesi sull'accesso al mare rivendicato dalla Bolivia alla Corte internazionale di giustizia.
Los 9 hermanos condenados por la justicia chilena los convierten en mártires por la reivindicación marítima.
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) 22 giugno 2017