"Frecce avvelenate" o "spray chimico?" Le ipotesi strampalate dei media bufalari sulla morte del fratellastro di Kim
Sembra la trama di uno sgangherato thriller di quart’ordine questa storia dell’”assassinio” di Kim Jong-nam, fratellastro del vituperatissimo leader nordcoreano Kim Jong-un.
Eppure tutti i media stanno prendendo come Vangelo i primi lanci di agenzia, zeppi di evidenti contraddizioni: Perché mai utilizzare (come dice Repubblica) “frecce avvelenate” per ucciderlo, quando – con tutta evidenza - di frecce ne sarebbe bastata una?
Perché ucciderlo (come dice La Stampa) con uno “spray avvelenato” che, certamente, avrebbe fatto fuori pure l’attentatore?
Perché (come dice Il Corriere) “ci sarebbe dietro la Corea del Nord” se non si sa l’identità delle due donne che lo accompagnavano?
Come avrebbero fatto le due donne a dileguarsi dal sorvegliatissimo aeroporto di Kuala Lumpur? Ma se Kim Jong-nam “viveva in esilio”, com’è (ci domandiamo noi) che entrava e usciva indisturbato dalla Corea del Nord?
Francesco Santoianni