Mediterraneo orientale, le reazioni all'elezione di Trump
Ecco come hanno reagito le varie cancellerie del Mediterraneo orientale all'elezione di Donald Trump alla presidenza USA
Tra congratulazioni di facciata, minacce e avvertimenti, ecco come è stata accolta l'elezione a Presidente degli Stati Uniti d'America di Donald Trump. Spicca la dichiarazione di Israele: "Con Trump è finita l'era dello stato palestinese". L''Iran, invece, invita Trump a rispettare l'accordo sul nucleare.
ISRAELE
"La vittoria di Trump è un'opportunità per Israele per rinunciare immediatamente all'idea di uno stato palestinese, che avrebbe danneggiato la nostra sicurezza", ha dichiarato il Ministro dell'educazione israeliano, Naftali Bennett.
PALESTINA
Giudizi discordanti sull'elezione di Trump alla Casa Bianca. "Siamo pronti a lavorare con il presidente eletto sulla base di una soluzione a due Stati, al fine di stabilire uno stato palestinese entro i confini del 1967", ha riferito il portavoce dell'Autorità palestinese, Nabil Abu Rudeina, all'AFP
Già prima dell'Elezione di Trump, il portavoce di Hamas aveva dichiarato all'AFP che "Il popolo palestinese non conta molto su un cambiamento di politica da parte della presidenza americana, la politica degli Stati Uniti sulla questione palestinese è stata spesso caratterizzata da faziosità."
EGITTO
Il presidente egiziano, 'Abdel-Fattah Al-Sisi, telefonato al neo eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per congratularsi per la sua vittoria, esprimendo il suo desiderio di lavorare con il presidente degli Stati Uniti per ricucire i rapporti tra i due rispettivi governi.
L'amministrazione Obama ha ripetutamente condannato il governo egiziano per il suo giro di vite contro i Fratelli musulmani e altri gruppi terroristici in tutto il paese.
IRAN
Il presidente iraniano Hassan Rouhani, ha messo in chiaro che la vittoria di Trump come presidente degli Stati Uniti non potrà cambiare l'accordo sul nucleare.
Rohani ha anche affermato che i risultati delle elezioni presidenziali statunitensi non hanno alcun effetto sulle politiche della Repubblica Islamica dell'Iran.
TURCHIA
Il primo ministro turco Binali Yildirim si è congratulato con Donald Trump per la sua vittoria nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, dicendo che è l'occasione per approfondire le relazioni bilaterali.
In un discorso ad Ankara, Yildirim ha detto che una "nuova pagina" potrebbe aprirsi nelle relazioni Stati Uniti-Turchia se Washington accetterà di estradare Fetullah Gulen, accusato di aver orchestrato il fallito colpo di stato del 15 luglio scorso.
"Uno spazio di opportunità è stato creato con il nuovo presidente per far avanzare i rapporti con politiche che tengano conto delle lotta della Turchia contro il terrorismo", ha aggiunto Yildirim.
SIRIA
Strano destino per Hillary Clinton che il 30 giugno 2012, quando era Segretario di Stato, dichiarò: "Assad ha i giorni contati". Assad resta ancora Presidente della Siria e la Clinton non conterà nemmeno un giorno della sua Presidenza. Finora, dal governo siriano, non è giunta nessuna dichiarazione ufficiale riguardo l'elezione di Trump. La settimana scorsa, Assad dichiarò, durante un'intervista al giornale serbo, "Politika", che "Il dibattito sulle elezioni(Presidenziali USA ndr) in tutto il mondo si basa su quale candidato possa essere il migliore tra Clinton e Trump. In Siria, il dibattito è su chi sia il peggiore, e quindi, non credo che nessuno di loro sarà un bene per noi."