Gordon Brown, ex premier britannico: Gli Stati Uniti hanno ingannato Londra sull'invasione dell'Iraq
L'ex presidente inglese Gordon Brown sostiene che gli Stati Uniti hanno ingannato il Regno Unito per l'invasione dell'Iraq nel 2003.
Brown ha accusato il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (il Pentagono) di non condividere informazioni segrete sul presunto accesso dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein alle armi di distruzione di massa, secondo il quotidiano britannico 'The Guardian'.
L'ex primo ministro britannico (2007-2010) ha rivelato nel suo libro "My Life, Our Times", l'esistenza di un rapporto segreto degli Stati Uniti che hanno sollevato seri dubbi sul fatto che l'Iraq possedesse armi chimiche. Ha detto che il documento di cui sopra era stato trattenuto dal governo britannico.
Brown ha spiegato che ha realizzato quanto fosse "cruciale" quel documento dopo aver lasciato il suo incarico.
Londra era, all'epoca, il principale alleato di Washington nel lanciare l'invasione di terra in Iraq dopo che entrambi i paesi hanno accusato Saddam Hussein di possedere armi di distruzione di massa e di avere legami con il terrorismo.
Brown ha raccontato che le autorità nordamericane lo avevano assicurato di "sapere dove erano le armi". "Mi ricordo, pensando a quel momento, che era quasi come se avessero il nome della strada e il numero in cui si trovavano (le armi)".
"Se sono certo che da qualche parte nel sistema degli Stati Uniti sia stata conosciuta la verità sulla non esistenza di armi (di distruzione di massa) in Iraq, allora non siamo solo disinformati, ma abbiamo sbagliato sul problema critico", ha scritto in un estratto delle sue memorie.
Secondo una report britannico di 6000 pagine sulla guerra in Iraq, noto come "Rapporto Chilcot", l'invasione è stata sostenuta da prove "ingiustificate" sulle armi di distruzione di massa di Saddam.
L'intervento militare occidentale ha causato una persistente situazione di instabilità e caos nella regione e ha aperto le porte dell'Iraq ai terroristi.