I diversivi mediatici e le trappole politiche da evitare prima del 4 marzo

I diversivi mediatici e le trappole politiche da evitare prima del 4 marzo

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di Francesco Erspamer*



Leggo che qualcuno di Casa Pound avrebbe detto in tv che l'aborto è un omicidio e andrebbe proibito, suscitando reazioni indignate.


Inevitabile che accadesse.


È una tattica efficace, ampiamente sperimentata negli Stati Uniti: i liberisti in difficoltà o che temono la crescita dell'opposizione alle loro politiche economiche, scatenano la destra su questioni puramente civili e senza implicazioni finanziarie. Con due obiettivi. Il primo è ovvio: mantenere il sostegno dei conservatori, dei tradizionalisti e dei nazionalisti, che stanno cominciando a diffidare della globalizzazione e del materialismo consumista ma che si fanno sempre riconquistare dalla retorica della vita, della libertà e della ricerca della felicità, ossia del successo. La destra sociale è stata inventata per questo: per vendere un populismo incendiario a chiacchiere ma nei fatti totalmente innocuo (vedi Trump e il suo idillico rapporto con Wall Street e con i miliardari di Davos). 





Altrettanto importante è però il secondo obiettivo: risucchiare la sinistra in una battaglia che in questo momento non dovrebbe assolutamente combattere, sia perché l'esito della guerra si decide altrove e le sue forze sono insufficienti, sia perché quello specifico scontro è già stato vinto una volta per tutte. Credete davvero che la gran parte dei berlusconiani e dei leghisti o, in America, dei repubblicani, rinuncerebbe all'aborto? O al divorzio? O alla libertà di non santificare le feste? Gli fa comodo, certo, che la sinistra si sacrifichi per diritti che altrimenti dovrebbero difendere loro stessi, irritando i tradizionalisti di cui sopra, di cui hanno bisogno. Così invece possono dedicarsi a tempo pieno alle privatizzazioni e allo smantellamento dello stato sociale e dei diritti sindacali, restati senza difensori.


In Italia poi l'ulteriore vantaggio immediato è ricompattare le anime belle dietro al Pd o alle sue stampelle, ovviamente in nome della resistenza contro il fantasma del fascismo e quello ancora più inconsistente dell'oscurantismo.


Bisogna che la sinistra impari di nuovo, e in fretta, a ignorare i diversivi mediatici e a evitare le trappole politiche, che ritorni a lottare per i suoi principi e i suoi ideali, non quelli degli altri e neanche quelli di tutti, e che li identifichi con chiarezza: eguaglianza economica, beni comuni, servizi pubblici. Il resto verrà come naturale conseguenza della realizzazione di un sistema davvero democratico e giusto.


*Professore ad Harvard. Post Facebook del 30 gennaio 2018

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