I soldi del FMI all’Ucraina? Spesi per la guerra in Donbass

I soldi del FMI all’Ucraina? Spesi per la guerra in Donbass

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di Eugenio Cipolla

 
Chissà se i giudici della Corte dei Conti europea, che oggi hanno diffuso una relazione nel quale ribadiscono che l’Ucraina è percepita ancora come il paese più corrotto d’Europa, abbiano avuto modo di ascoltare l’intervista che ieri Oleksandr Onishchenko, ex deputato ucraino sul quale pende un mandato di cattura internazionale dell’Interpol, ha rilasciato all’emittente tv Russia Today. L’ex parlamentare ucraino, riuscito a fuggire dal paese prima di essere arrestato, ha lanciato accuse pesanti nei confronti del presidente Petro Poroshenko. Dichiarazioni che gettano ulteriori ombre sull’operato del capo di Stato ucraino, ormai sempre meno popolare nel paese. 

Secondo Onishchenko, infati, la maggior parte dei fondi che Kiev ha ricevuto dal Fondo Monetario Internazionale sono stati spesi dall’attuale amministrazione per sostenere la dispendiosa guerra in Donbass, che costa al paese qualcosa come 5-7 milioni di dollari al giorno. «La maggior parte di questo denaro – ha affermato l’ex deputato – è andato a finire per la guerra, alla quale Poroshenko è molto interessato fino all’ultimo dettaglio, soprattutto per quanto riguarda l’esercito e i contratti di fornitura, gestiti dalla aziende a lui vicine. Per loro è come un business». 

Onishchenko ha lavorato due anni nello staff del presidente ucraino e la maggior parte delle rivelazioni riguardano proprio Poroshenko. Ad un certo punto Onishchenko, secondo quanto raccontato da lui stesso, ha provato a fermare questo business, subendo per ritorsione un procedimento penale che lo ha costretto ad abbandonare il paese. L’ex deputato è accusato di aver rubato beni statali nel cosiddetto “caso gas”. Alla vigilia delle ultime elezioni legislative, la Rada aveva dato l’ok al suo arresto, mai eseguito però dall’Interpol, visto che lo stesso Onishchenko ha riparato in Russia. 

Non è la prima volta che Onishchenko accusa il suo ex capo. Già cinque giorni fa, intervistato da Rossjia 1 aveva parlato di presunti tangenti versate da Poroshenko a diversi membri della Rada per portare avanti le iniziative necessarie e stabilizzare la situazione politica nel paese. «Il denaro viene consegnato da Poroshenko direttamente presso gli uffici dell’amministrazione presidenziale. E questo avviene quando i parlamentari devono votare in un modo piuttosto che in un altro». Onishchenko afferma che tangenti sono state versate per far approvare alcuni provvedimenti cruciali, come quello sulla rimozione del procuratore generale e del capo della SBU, così come per la riforma giudiziaria. I negoziati sulle tangenti verrebbero portati avanti con i diversi partiti, che poi ripartirebbero le dazioni tra i vari deputati. Ma, sempre secondo il racconto di Onishchenko, ci sono stati anche casi di corruzione dei singoli. 

Di tutte queste storie i servizi di intelligence Usa, contattati dallo stesso Onishchenko, sarebbero al corrente. Accuse gravissime, che se confermate potrebbero determinare la messo in stato d’accusa per alto tradimento del presidente ucraino. Il leader del partito Radicale, Oleg Lyashko, ha già chiesto chiarimenti circa la vicenda e la creazione in Rada di una Commissione d’inchiesta che indaghi sulle dichiarazioni rese pubbliche dall’ex componente dello staff presidenziale. 
 

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