Igor "il russo" diventa invisibile. Ma la figuraccia di governo e media è indelebile

Igor "il russo" diventa invisibile. Ma la figuraccia di governo e media è indelebile

La faccenda è sfuggita di mano un po' a tutti ed ormai è una frittata rigirata troppe volte

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di Omar Minniti

Su questa storia prima o poi qualcuno dovrà prendersi la briga di scrivere il copione di un film. Qualcosa a metà strada tra il thriller e la commedia grottesca, prendendo spunto dai due "Hot shots" di Jim Abrahams e dal loro collage di caricature di diverse pellicole. 

Igor è ormai in fuga da quasi due mesi e, come si suol dire in questi casi, gli investigatori brancolano nel buio. La stampa non sa più cosa inventarsi per tener viva la tensione emotiva sul personaggio. Doveva servire ad instillare una nuova robusta dose di russofobia e xenofobia anti-slava nella già "sensibile" opinione pubblica. Ma la faccenda è sfuggita di mano un po' a tutti ed ormai è una frittata rigirata troppe volte. 

Braccato, nei momenti più caldi delle ricerche, da quasi 1200 agenti, probabilmente passerà alla storia come il criminale - che non sia una primula rossa alla Riina, Provenzano o Messina Denaro - più costoso per l'erario italiano. Qualcuno ha stimato che la caccia ad Igor necessiti giornalmente di 200 mila euro dei contribuenti, tra diarie di poliziotti e carabinieri, straordinari, spese per la missione, vitto e alloggio, oltre all'utilizzo di mezzi e tecnologie. Risorse umane ed economiche dirottate inevitabilmente da emergenze reali quali la lotta a Cosa Nostra, 'Ndrangheta, Camorra ed al terrorismo. Per la gioa di boss latitanti, scafisti, narcos ed aspiranti tagliagole. 

Nonostante sia svanito nel nulla, volatilizzato, nessuno ha il coraggio di gettare la spugna ed ammettere la sconfitta. Né il governo (che, a quel punto, dovrebbe far rotolare un paio di teste per come è stato gestito il caso), né i pennivendoli che hanno fatto di un ladruncolo, divenuto poi un assassino, una sorta di Rambo o Hulk "de noantri". Invincibile ed imprendibile.

Lo hanno chiamato "Igor il Russo", anche se serbo della Voivodina e con un cognome tipicamente ungherese (Feher). Il soprannome Ezechiele è di origini ebraiche e ricorda il lupo cattivo dei Tre Porcellini. All'inizio di questa storia, i nostri Goebbels della comunicazione dicevano avesse fatto il militare nell'Armata Rossa, in Unione Sovietica. Probabilmente ai tempi delle scuole elementari, visto che quell'esercito è stato sciolto nel 1991. Quindi avrebbe disertato per andare a combattere nel Kosovo dove, da solo, sterminò un intero battaglione ucraino. Faceva parte delle milizie paramilitari serbe ma era in ottimi rapporti con i loro nemici giurati, i separatisti jihadisti filoalbanesi. 

Ci hanno detto che, una volta giunto in Italia, ha cominciato a rapinare i malcapitati con ascia, arco e frecce e vestito da guerriero ninja. Poi, per un po', indossando impeccabili giacca e cravatta, ha fatto il gigolò per anziane ed il playboy rubacuori in Spagna. Finito in carcere, si è tenuto allenato eseguendo 6000 flessioni e/o addominali al giorno, costringendo i suoi compagni ad assistere e contare. Era temuto ed odiato per i trascorsi, ma faceva anche il chierichetto, cantava nel coro della chiesa, cucinava per tutti e puliva le celle degli altri carcerati come un'amorevole colf filippina. Conosceva alla perfezione la lingua di Confucio, il mandarino, al punto tale da poter scrivere lettere dettate da detenuti cinesi analfabeti. Andava matto per i cartoni animati, che costituivano per lui una vera e propria droga. Insomma, in fondo in fondo, era  "una persona corretta, educata e rispettosa", stando alle solite rivelazioni di ex compagni di cella riprese dai media.

Adesso, braccato da Cacciatori di Calabria, reduci dell'Afganistan, droni, satelliti, cani molecolari, partigiani ultranovantenni, psicologi criminali e pure medium e sensitivi, riesce comunque a sfuggire, nuotando per ore sott'acqua come un anfibio, vogando come un atleta olimpico zattere di rami, balzando come una tigre, strisciando nel fango come un serpente e dormendo nelle tane di volpi, nutrie ed istrici. Sopravvive e mantiene intatta la forza soprannaturale cibandosi di muschi, licheni, fiori, carcasse di animali e forse anche umane. Trova sempre degli abiti di ricambio freschi e stirati: glieli lasciano sull'uscio dei casolari i contadini intimoriti. Può contare sul supporto di una "banda di badanti dell'Est", sue amanti devote. Strano solo che non abbiano scritto che gode della protezione di Putin in persona, visto che una volta Igor ha pubblicato una sua foto su Facebook. E' molto grave che la nostra stampa russofoba si sia lasciata sfuggire questa chicca. 

Sta di fatto che Igor si fa beffa di tutti ed ora ricorre ad un altro dei suoi poteri sovrannaturali: il dono dell'invisibilità. Come la donna dei Fantastici Quattro o Xenia dei Zaschitniki, i nuovi supereroi di Mosca. O forse è semplicemente tornato a casa, attraversando a nuoto l'Adriatico ed affondando a suon di pugni le navi degli scafisti ucraini. 

In realtà non sappiamo chi sia veramente questo Igor. In assenza di prove inequivocabili, non siamo nemmeno certi che se sia stato lui ad uccidere il barista di Budrio ed il guardiacaccia (vige ancora la presunzione d'innocenza o no?). In ultima analisi, non possiamo neppure giurare che Igor esista davvero, per come ci è stato descritto e dipinto. Ma una cosa è sicura: questa è una delle peggiori figure di merda (scusate il francesismo) fatte da un governo della Repubblica e forse il baratro più profondo raggiunto dal giornalismo nazionale. 

Però, a questo punto, un film sulla sua epopea non guasterebbe. Per ridere amaramente del livello raggiunto dall'informazione. E soprattutto di noi stessi, creduloni e manipolabili come pochi. 
 

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