Italia Saudita. Sempre in ginocchio davanti ai petrodollari
Alfano incontra a Roma il suo omologo saudita
di Marinella Correggia
L’Arabia saudita può bombardare funerali, mercati, scuole e ospedali (ben segnalati, non nascosti) in Yemen; può sostenere da anni in Siria gruppi armati il cui confine don Daesh e Al Qaeda è quanto mai labile; può vincere la gara dei più duraturi e generosi padrini del terrorismo mondiale; può decapitare e smembrare cittadini a piacimento; ma non importa: i governi dello Stivale sono sempre generosi di sorrisi e complimenti nei confronti della famiglia-Stato petro-monarchica wahabita, il cui re assoluto molto modestamente si fa chiamare«Custode delle Due Sacre Moschee».
Le «ottime relazioni bilaterali fra i due paesi» sono state ribadite anche lo scorso 20 febbraio nell’incontro a Roma fra il ministro degli esteri Angelino Alfano e il suo omologo di Riad, Adel Al Jubeir, il quale poi ha incontrato l’altrettanto cordiale presidente del consiglio Paolo Gentiloni.
Come riferisce un’agenzia stampa (http://agenziastampaitalia.it/politica/politica-estera/32925-visita-ufficiale-in-italia-di-se-il-ministro-affari-esteri-saudita-adel-al-jubeir), «nel corso del cordiale colloquio fra i due ministri, sono state discusse (…) prospettive di ulteriore consolidamento della cooperazione nel campo dell'economia e degli investimenti tra le due parti».
Piatto ricco, infatti: oltre all’export di armi, che il governo di Roma considera legittimo «perché non c’è un embargo internazionale sui Saud», ecco l’altro specchietto per allodole: «il ministro Al Jubeir ha illustrato gli ambiziosi obiettivi della Saudi Vision 2030 e il ruolo che la Repubblica Italiana potrebbe svolgere in tale contesto»; un progetto di diversificazione dell’economia e industrializzazione nel quale le imprese italiane sperano.
Di conseguenza, la sintonia fra i due governi è stata totale anche sugli altri argomenti in discussione: le guerre in corso in Siria, Yemen, Iraq, Libia.
Devastazioni alle quali l’Arabia saudita e nel suo piccolo l’Italia possono dire di aver contribuito alacremente nei decenni.