Novorossia, la guerra in Europa che l'Europa nasconde. La testimonianza dal Lugansk si una giovane che resiste

Novorossia, la guerra in Europa che l'Europa nasconde. La testimonianza dal Lugansk si una giovane che resiste

Diana Volkova, Presidente dell’Associazione “Lugansk città russa”, allo scoppio della guerra ha lasciato la propria abitazione in Italia per tornare in Donbass

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


di Danilo Della Valle per AlbaInformazione
 

Lugansk, città martoriata dalle bombe e dai combattimenti casa per casa, cerca di ripartire e ricostruire ciò che è stato distrutto dalla guerra. All’orizzonte ci sono le elezioni che si incastrano in un momento in cui, si dice, il clima potrebbe tornare ad esser pesante. Proprio di poche ore fa è la notizia dell’attentato al Presidente della Repubblica Popolare di Lugansk, Igor Plotnitsky, rimasto ferito da un ordigno che ha fatto saltare in aria la sua auto. La città che portava il nome del generale sovietico Vorosilov e che oggi è la capitale dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk si prepara ad affrontare i prossimi mesi che saranno decisivi per le sorti del Donbass con consapevolezza e forza di volontà.

Ne abbiamo parlato con Diana Volkova, Presidente dell’Associazione “Lugansk città russa”, che allo scoppio della guerra ha lasciato la propria abitazione in Italia per tornare in Donbass, dalla sua gente, per partecipare attivamente alla costruzione della neonata Repubblica.


Ciao Diana, innanzitutto raccontaci la tua storia. Allo scoppio della guerra sei tornata in Patria, a Lugansk. Cosa ti ha spinto a prendere questa decisione?

Allo scoppio della guerra abitavo in Italia, studiavo in un liceo. Ogni sera però, quando tornavo a casa, sentivo le notizie sul Donbass. La preoccupazione per la mia gente andava via via aumentando con il passare del tempo, quando i bombardamenti erano sempre più frequenti e cruenti, quando cominciavano a morire molti dei nostri uomini che volevano difendere la propria terra. Per questa sofferenza, per la mia casa ed i mie affetti, ho pensato di tornare lì dove sono nata, a Lugansk. Volevo fare anch’io qualcosa per il nostro territorio con la speranza che tutto si sarebbe risolto con il tempo.


Che situazione hai trovato a Lugansk?

Quando sono arrivata a Lugansk, si sentivano ancora gli spari in lontananza, benché i bombardamenti fossero finiti. La prima cosa che mi è balzata agli occhi è stata la quantità di case distrutte dalle bombe e dai combattimenti. C’era disperazione e dolore tra la popolazione.


Oggi tu sei a capo del movimento giovanile “Lugansk città Russa” che fa parte dell’Associazione giovanile di Lugansk. Raccontaci come è nata questa associazione e quali obiettivi essa si prefigge?

Sì, esattamente, sono tra i fondatori del movimento giovanile “Lugansk città russa” che fa parte dell’Associazione giovanile di Lugansk. I presidenti di quest’organizzazione, nel gennaio del 2015, hanno pensato di riunire tutti i ragazzi giovani che condividevano pensieri ed idee nell’Associazione giovanile di Lugansk. Anzitutto quest’organizzazione ha lo scopo di unire i giovani e sviluppare in loro il patriottismo verso la propria terra natia, aiutare loro a sviluppare idee, proposte creative ed a realizzare progetti in diversi campi.


Attualmente i media principali sembrano aver dimenticato il Donbass facendo credere che si viva una tregua permanente dopo gli accordi di Minsk. È esattamente così oppure si continua a sparare?

Purtroppo la situazione non è cambiata molto, si continua a sparare anche nel territorio di Lugansk. Gli accordi di Minsk non sono del tutto rispettati.


Qual è attualmente la situazione umanitaria nel territorio di Lugansk?

Posso affermare che ora la situazione è sensibilmente migliorata rispetto a quando è scoppiata la guerra. Nella popolazione si avverte la voglia di ricominciare, ognuno fa qualcosa per lo sviluppo della città. La gente sta ritrovando la forza per ripartire e si sta sviluppando inoltre un grande senso della Patria. Soprattutto in noi giovani, posso dire che siamo la vera forza motrice di questa neonata Repubblica.


In Ucraina Occidentale invece, dopo il Maidan, molte cose sono cambiate. Cosa pensi riguardo quello che accade lì?

La gente in Ucraina Occidentale sta cominciando a capire ciò che sta succedendo nel Paese. I prezzi dei prodotti di prima necessita aumentano di giorno in giorno, gli stipendi e le pensioni sono sempre più bassi, ormai è davvero impossibile vivere in lì, non ci sono più le condizioni minime e la situazione è insostenibile.


Prossimamente ci saranno le elezioni in Donbass, come si avvia il popolo novorusso ad affrontare questo importante avvenimento? Come immagini il futuro prossimo per il Donbass?

Il popolo novorusso vuole esser innanzitutto libero, principalmente per questo le prossime elezioni saranno un banco di prova importantissimo per la nostra nascente Patria. Dal mio punto di vista, invece, mi piacerebbe vedere il Donbass parte della Federazione Russa. Non voglio che il nostro territorio torni a far parte dell’Ucraina dopo tutta la sofferenza ed il dolore che ci ha causato.



 

Potrebbe anche interessarti

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela di Geraldina Colotti 28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino" di Clara Statello Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico di Leonardo Sinigaglia 25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

Libia. 10 anni senza elezioni di Michelangelo Severgnini Libia. 10 anni senza elezioni

Libia. 10 anni senza elezioni

L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite di Pasquale Cicalese L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite

L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE di Giuseppe Masala Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS di Michele Blanco DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti