L’Ucraina ha bloccato l’accesso ai social media russi. Cosa dice la “democratica” Europa?

L’Ucraina ha bloccato l’accesso ai social media russi. Cosa dice la “democratica” Europa?

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Immaginate se un giorno gli esponenti dell’opposizione russa si svegliassero e scoprissero che Google non fosse più attivo e le loro pagine Facebook e i loro account Twitter non fossero più raggiungibili a causa di un decreto di blocco firmato da Vladimir Putin in persona.



Le conseguenze, soprattutto a livello mediatico, sarebbero piuttosto prevedibili, con caroselli di sdegno internazionale, accuse nei confronti del potere russo di limitare la libertà d’espressione, campagne stampa a sostegno di tre mezzi fondamentali per la circolazione delle idee come Google, Facebook e Twitter. E quasi sicuramente interverrebbero persino Page, Brin, Zuckeberg e Dorsey in persona, perché si sa, fare le crociate contro Vladimir Putin ha sempre il suo ritorno, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista mediatico.

Questo scenario ovviamente non si realizzerà, perché in Russia Google, Facebook e Twitter funzionano ancora e difficilmente uno stratega del calibro di Putin deciderà di bloccarli, scatenando quanto descritto appena poco sopra. E non si realizzerà nemmeno in Ucraina, dove Petro Poroshenko proprio oggi ha firmato un decreto che blocca l’accesso al principale motore di ricerca russo e a due dei social media più frequentati nel paese, che non sono Facebook e Twitter, ma VKontakte e Odnoklassniki (soprattutto il primo è definito da sempre il Facebook russo). A breve la home page di Yandex, il Google russo, non sarà più raggiungibile dal territorio ucraino, così come tutti i servizi ad esso collegati.

Il testo del decreto, pubblicato sul sito ufficiale della presidenza ucraina, vieta l’accesso per i prossimi tre anni ai servizi del gruppo Mail.RU, proprietario per l’appunto di questi sociali network e dell’omonimo sito Mai.ru. Con Yandex, VKontakte e Odnoklassniki, pagano pegno anche i siti e i servizi della famosa società di antivirus Kaspersky Lab e DrWeb.

L’elenco di sanzioni comprende anche misure contro Aereoflot, Gazprombank, Russian Helicopters, Robsoboronexport, Transaero e molti media, tra i quali RTR, NTV-Plus, TV Center, RBK, Star, Ren TV, TNT, Zvevda, Pervij Kanal.

La lista Poroshenko, come l’hanno ribattezzata in molti, in maniera più o meno scherzosa, si è dunque espansa, arrivando a comprendere 1.228 individui e 468 entità russe o comunque collegate alla guerra in Donbass. Il presidente ucraino, a tal proposito, ha voluto dare una "rinfrescata” alle sanzioni in essere contro le persone fisiche, prorogando le misure restrittive sul territorio nazionale per alcuni individui da uno a tre anni e da tre a cinque anni (o, in rari casi, atempo indeterminato).

Adesso c’è da capire quali effetti avrà questa nuova ondata di sanzioni a livello economico. Già a marzo, a seguito delle sanzioni contro le banche russe, diversi istituti di credito russi avevano annunciato il loro ritiro dal mercato ucraino. In quel caso Ue e Usa avevano fatto finta di nulla, evitando qualsiasi tipo di dichiarazione pubblica a riguardo. Sarà così anche in questo caso?

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