Lanciarazzi Usa per la difesa della democrazia in Ucraina

Lanciarazzi Usa per la difesa della democrazia in Ucraina

I documenti mostrano che la società americana «AirTronic USA», vicina al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ha concluso l’11 novembre scorso un contratto con la compagnia statale ucraina "Spetstehnoeksport” per la fornitura di 100 lanciarazzi a propulsione

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di Giuseppe Acciaio
 

I primi di agosto sono stati diffusi alcuni documenti ufficiali attestanti che gli USA riforniscono l’Ucraina con armi letali (www.southfront.org/documents-confirm-the-us-already-delivered-lethal-weapons-to-ukraine-exclusive).  Quello che sconvolge di più è la loro destinazione, non vengono adoperati per garantire la sicurezza nazionale, ma vanno direttamente alle unità militari della Guardia Nazionale che si sono distinte durante i combattimenti per la loro eccessiva crudeltà, come ad esempio il reggimento di Azov - composto esclusivamente dai neonazisti e mercenari. 


I documenti mostrano che la società americana «AirTronic USA», vicina al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ha concluso l’11 novembre scorso un contratto con la compagnia statale ucraina "Spetstehnoeksport” per la fornitura di 100 lanciarazzi a propulsione PSRL-1 (vale a dire RPG-7 Sovietico modificato). Le armi sono state consegnate all’Ucraina nell’aprile di questo anno.


Questo contratto fu la risposta al governo di Kiev per le numerose richieste di Juvelin americano – missile terra-aria spalleggiabile. Tali richieste sono state rese note durante la visita negli USA del parlamentare ucraino Andrey Parybij. Purtroppo Juvelin è un giocattolo troppo costoso per lo stato Ucraino rispetto al semplice PSRL-1, la differenza è notevole: un solo missile terra-aria spalleggiabile costa 100 000 $ rispetto agli economici PSRL-1 dove la fornitura dei 100 pezzi è costata al bilancio ucraino solo 544000 $. La mossa astuta sia per l’economia che per la sicurezza ucraina, poiché l’arrivo di Juvelin veniva subito notato, invece PSRL-1 sono identiche ai RPG-7 Sovietici senza destare troppi sospetti sulla loro provenienza. 


La cosa più bizzarra è che tutto ciò accadde sullo sfondo delle discussioni accese al Congresso americano proprio sulla questione Ucraina, e probabili forniture delle armi letali “per la difesa della democrazia” (quelle non letali vengono fornite già da moltissimo tempo). Già nei primi giorni di agosto, il Pentagono ha ufficialmente dichiarato le proprie intenzioni al Congresso sull’esito positivo della proposta di fornitura delle armi letali. Il capo della Commissione sulla difesa John McCain ha insistito personalmente sulla loro approvazione, egli è ben noto per la sua ostilità contro la Mosca sul territorio post-sovietico. 


Tuttavia questa confusione è servita a distrarre l’opinione pubblica, le forniture sono già in atto da tempo. Le armi americane sono dirette nelle mani dei nazionalisti, come quelli del reggimento dellAzov, i quali sono disposti a continuare la guerra in Donbass nonostante tutti gli accordi di pace sottoscritti. 


Alcuni degli esperti occidentali si sono espressi sull’argomento, dichiarando che le forniture sono state fatte sulla commissione dell’amministratore di Barack Obama, per compromettere la posizione del neoeletto presidente Trump, poiché all’epoca si supponeva che egli cercava di ristabilire i rapporti con la Mosca. 


Adesso, dopo l’approvazione delle nuove sanzioni e la nomina del “falco” nella persona di Kurt Volker (ex dipendente di McCain) e la sua nomina come l’inviato speciale del presidente degli USA in ucraina, portano via l’ultima speranza sulla risoluzione della crisi ucraina. 


Washington e Kiev vogliono risolvere il conflitto delle repubbliche del Donbass con la forza. 


Come possiamo ben vedere le relazioni degli USA con la Corea del Nord e dell’Iran, questo metodo sembra l’unico adoperato da Trump.

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