La "propaganda russa" al servizio del NO al Referendum: l'ultima bufala della Stampa nostrana
di Francesco Santoianni
Nonostante il boicottaggio dei governi occidentali (ultimo quello inglese che è arrivato a congelarne i conti correnti), dilaga in tutto il mondo il successo di Russia Today: un network, per sua stessa ammissione, finanziato con 271 milioni di euro dal Cremlino (molto meno, comunque, dei 382 che il governo inglese da’ alla BBC, per non parlare del pozzo senza fondo della nostrana RAI).
Ma perché il successo di Russia Today? Certamente per i suoi ottimi articoli ma, soprattutto, per il crescente disinteresse dell’opinione pubblica verso i media mainstream, inesorabilmente appiattiti a direttive NATO, UE, FMI ... Disinteresse certamente comprensibile leggendo articoli come “La propaganda russa all’offensiva anti-Renzi. E il web grillino rilancia”, pubblicato da La Stampa.
Vale la pena di analizzare questo articolo anche perché – riproponendo lo stesso legame che imbriglierebbe Trump – cerca di dimostrare una torbida alleanza tra Putin e Grillo. Le prove? Le bugie di Russia Today che “si irradiano molto bene nell’ambiente web italiano, dominato dai siti dell’universo filo Cinque stelle.” “La connessione culturale tra propaganda russa e filo M5S.” “Sputnik che viene ripreso da Tze Tze, principale sito della galassia Casaleggio, che celebra Putin”…
Un po’ poco come prove. Ma ecco che l’articolista tira fuori il suo coniglio dal cilindro: “gli screenshot” di tenebrosi articoli di Russia Today. Screenshot che, ovviamente l’articolista non mostra. (“Il network russo ha adesso corretto il titolo e sono inaccessibili alcuni suoi articoli, ma ne possediamo ovviamente gli screenshot.” Ma si era mai visto prima un articolo che si basa su “prove” che si minaccia di mostrare?
L’articolo continua, poi, con la condanna di Russia Today in quanto “intrusione nel dibattito politico italiano” (ma New York Times, The Economist, Frankfurter Allgemeine Zeitung… cos’altro fanno?), denunciandone il crimine di aver “enfatizzato a dismisura una manifestazione dei sindacati di base contro il Jobs Act, (Il 22 ottobre) raccontando di un’Italia in rivolta” (cosa che, di fronte ai ben 40.000 manifestanti, hanno fatto, tra l’altro, quasi tutte le agenzie di stampa italiane) e altre sciocchezze che, rinforzate dalle dichiarazioni del capo dei servizi segreti britannici e del ministro degli Interni tedesco, completano un quadro davvero preoccupante. Quello della Quinta colonna: (“Il red web, il web di Putin”) una informale organizzazione, cioè, che opera clandestinamente all'interno di una nazione per favorire il nemico.
Si stanno preparando alla guerra.