La protesta che non vi raccontano: migliaia di israeliani in piazza chiedono dimissioni di Netanyahu

La protesta che non vi raccontano: migliaia di israeliani in piazza chiedono dimissioni di Netanyahu

Le mobilitazioni formano parte delle azioni di protesta intraprese per contrastare un progetto di legge volto a limitare l’autorità della polizia nelle azioni penali contro i funzionari pubblici e che vuole proibire la divulgazione di dettagli delle indagini contro le autorità

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Migliaia di israeliani sono tornati a riempire le piazze delle principali città del paese come Tel Aviv, Haifa e Afula. per protestare contro la dilagante corruzione nel regime del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, di cui i manifestanti chiedono immediate dimissioni. 

 

Nei cortei erano presenti striscioni contro quello che viene definito come il «ministro del crimine». Come riportato da vari quotidiani tra cui Hareetz e Times Of Israel.

 

Il primo ministro Netanyahu si trova sotto indagine insieme alla sua consorte Sara in quanto accusato di reati quali frode e corruzione. 

 

Le mobilitazioni formano parte delle azioni di protesta intraprese per contrastare un progetto di legge volto a limitare l’autorità della polizia nelle azioni penali contro i funzionari pubblici e che vuole proibire la divulgazione di dettagli delle indagini contro le autorità del regime di Tel Aviv. 

 

Adesso immaginate per un momento se una tale legge fosse stata solo proposta in paesi come la Russia o il Venezuela. Titoli a caratteri cubitali e servizi a reti unificate per denunciare l’ennesimo atto liberticida di regimi dispotici in cerca della massima impunità. Invece siccome il progetto è dell’alleato Israele tutto tace. Così come sul versante delle manifestazioni. 

 

Il primo ministro israeliano è sospettato di casi di corruzione, che includono l'accettazione di tangenti e regali costosi, nonché traffico di influenze. Di fatto, affronta due distinte investigazioni criminali, note come i cosiddetti casi 1000 e 2000.

 

Il caso 1000 ruota attorno a costosi regali che avrebbe ricevuto in cambio della promozione degli interessi dei suoi benefattori, mentre nel caso del 2000 è sospettato di aver chiuso accordi clandestini con l'editore del giornale Yedioth Aharonoth per ottenere una copertura informativa positiva.

 

Inoltre, un altro membro della coalizione di Netanyahu, David Bitan è stato coinvolto in un'indagine della polizia a metà settembre con l'accusa di corruzione, riciclaggio di denaro, violazione della fiducia e frode.

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