"Troppo comodo avere un’opposizione impresentabile come quella razzista di Wilders in Olanda. La vera alternativa siamo noi"

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Intervista a Giorgio Cremaschi, uno degli organizzatori della manifestazione della Piattaforma Eurostop del 25 marzo a Roma peri i 60° anni dei Patti di Roma

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Davanti Montecitorio si è tenuta questa mattina la conferenza stampa di presentazione delle giornate di mobilitazione della Piattaforma Eurostop per il 24, 25 e 26 marzo in occasione dell'anniversario dei 60 anni dei Trattati di Roma. Trattati che hanno dato l'avvio alla costruzione di quell'integrazione europea che vede oggi nell'Unione Europea e nella zona euro le sue degenerazioni ultime. 



Come AntiDiplomatico abbiamo avuto la possibilità di rivolgere alcune domande a Giorgio Cremaschi, uno degli organizzatori delle giornate di mobilitazione, che vedrà il momento clou nella manifestazione di Eurostop del 25 marzo che partirà da Piazza della Repubblica alle 14. 


Che segnale darete il 25 marzo?
 
Il 25 daremo un segnale importante: non è vero che l’unica alternativa è tra la xenofobia e l’europeismo più stupido.  La nostra posizione è quella di rimettere in discussione un sistema centrato sulle banche, sulla finanza, sulla distruzione dei diritti del lavoro e sempre di più sulla guerra.  Noi scenderemo in piazza con tre NO chiari: all’Unione Europea, all’euro, ma anche alla NATO.  Senza dimenticare quest’ultima follia dell’armamento diretto dell’Europa sulla quale sono troppi a tacere. Come se fosse più progressista che da domani i bombardieri invece di essere degli Stati Uniti saranno tedeschi o francesi.
 

Cosa risponde a coloro che ancora sostengono che sia possibile "riformare l’Unione Europea”?
 
Per noi è chiaro che l’Unione Europea non sia assolutamente riformabile. Dovrebbe essere in realtà ormai noto a tutti: l’Unione Europea è nata con il Trattato di Maastricht, è nata con un’impostazione autoritaria e liberista. La Bolkestein, la distruzione dei contratti di lavoro, il Jobs Act, la Loi Travail sono tutti figli diretti dell’Unione Europea. Se avesse vinto il si alla controriforma costituzionale, avremmo avuto un’Unione Europea trionfante.
Sono molto sorpreso, per questo, che  sempre il 25 marzo, la mattina, ci sia una manifestazione di europeisti “critici” che mi pare finiscano insieme con i federalisti che erano per il si alla controriforma costituzionale di Renzi.  A forza di essere europeisti critici si diviene europeisti acritici, si finisce ad essere dentro la gabbia.
La verità è che la sinistra europeista è destinata solo all’autodistruzione. Noi vogliamo rilanciare un’idea progressista, di eguaglianza, che metta al centro il rilancio dei diritti e la lotta alla xenofobia e razzismo.


 
Le elezioni in Olanda hanno mandato un messaggio chiaro da questo punto di vista?
 
Razzismo e xenofobia secondo me vengono alimentati anche a disegno da parte dell’elite. E’ comodo avere un’opposizione impresentabile che si contrappone all’Unione Europea. Wilders, in Olanda, è stato inventato dai mass media per avere l’avversario di comodo e facile da battere.  Bisogna reagire a tutto questo. La diversità nostra è totale. Il nostro No all’Europa nasce dalla difesa dei diritti e della nostra Costituzione. La nostra manifestazione, non a caso, è l’unica su cui le autorità stanno inserendo ostacoli.
 

Cioè?
 
Abbiamo chiesto di percorrere le vie classiche dei cortei per arrivare da Piazza della Repubblica dove ci ritroveremo dalle 14 fino a Piazza del Popolo. C’è stato fino ad ora negato dalla Questura. Ci vorrebbero far passare per i giardini di villa borghese, per i prati. Hanno costruito una gigantesca zona rossa. Noi, invece, vogliamo arrivare a ridosso della zona rossa come tutti gli altri cortei che ci saranno in quel giorno. Perché dobbiamo essere discriminati?
 

Quale è l’invito che manda alle persone per aderire al corteo della piattaforma Eurostop del 25 marzo?
 
La nostra presenza è vitale per la democrazia di questo paese:  siamo la dimostrazione che si può essere contro l’Unione Europea e contro lo sfruttamento da posizioni democratiche, in contrapposizione totale alla xenofobia che viene utilizzata dal regime di Bruxelles per mostrarsi loro, da assoluti ipocriti, come progressisti.
 

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