Le mani della 'Ndrangheta sul business dei migranti. 68 arresti in Calabria.
di Omar Minniti
Martedì scorso, il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro era stato ascoltato dalla Commissione Parlamentare Antimafia. In audizione ha dichiarato: «C'è una massa di denaro destinata all’accoglienza dei migranti che attira gli interessi delle organizzazioni mafiose. Dico questo sulla base di alcune risultanze investigative». Qualche giorno prima, quando la polemica sulle inchieste sui legami tra Ong e scafisti ha raggiunto il picco più alto, in difesa di Zuccaro si è schierato il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, una delle massime icone dell'antimafia calabrese.
Sicuramente entrambi avevano elementi inconfutabili a supporto delle loro affermazioni. Lo dimostra la maxi-operazione dei carabinieri che ha avuto luogo stamattina ad Isola Capo Rizzuto, che ha portato all'arresto di 68 persone. Le accuse sono gravissime: associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale. Il tutto ruoterebbe attorno al Centro di accoglienza richiedenti asilo di “Sant’Anna”, secondo gli inquirenti fortemente infiltrato dai clan locali della 'Ndrangheta e, nello specifico, dalla cosca Arena.
Tra gli arrestati c'è Leonardo Sacco, governatore della “Fraternita di Misericordia”, l’ente a cui è stata affidata la gestione del centro. In manette anche anche il parroco del paese, don Edoardo Scordio, ed i titolari dell'azienda che si occupava del catering all'interno del “Sant’Anna”.
Il CARA di Isola Capo Rizzuto è uno dei più grandi centri d'accoglienza d'Europa, capace di ospitare fino a 1500 migranti. Secondo l'accusa, degli oltre 100 milioni di euro di finanziamenti ricevuti, almeno 30 sarebbero finiti direttamente o indirettamente nelle tasche della 'Ndrangheta.
Lo scorso 5 maggio, altre due strutture calabresi sono state oggetto di un'operazione dei carabinieri. Si tratta dei Centri di Accoglienza Straordinaria di Spezzano Piccolo e a Camigliatello, in provincia di Cosenza. 14 gli arrestati. I gestori sono stati accusati dello sfruttamento di migranti senegalesi, nigeriani e somali. Gli ospiti venivano, infatti, affidati a dei caporali e costretti a lavorare nei campi di patate della Sila o come pastori. La retribuzione giornaliera dei migranti era di 2 euro l'ora per circa 11 ore di lavoro al giorno. Tutti ciò, mentre il centro d'accoglienza continuava ad intascare i 35 euro giornalieri per ogni migrante, falsificando i registri che attestavano la presenza degli ospiti dentro la struttura e la loro partecipazione ad attività interne.
"Gli immigrati rendono più della droga". E' quanto emerge da una delle intercettazioni-chiave dell'inchiesta "Mafia Capitale". Un business di svariati miliardi di euro, illegali (attraverso la compravendita di esseri umani, la gestione degli sbarchi e del caporalato) e "legali" (tramite l'infiltrazione dei centri di accoglienza e l'accesso ai fondi pubblici per profughi e rifugiati) a cui, evidentemente, la 'Ndrangheta calabrese non si è voluta sottrarre.