Le verità del vescovo di Aleppo e l'imbarazzo di Casini

 Le verità del vescovo di Aleppo e l'imbarazzo di Casini

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di Ornella Bertorotta*
 

Ogni giorno si parla "dell'assedio di Aleppo", delle sofferenze della popolazione, dei bombardamenti aerei e dei terroristi. 


Da più parti si levano critiche a questa narrazione, spesso funzionale agli interessi degli stessi terroristi che, grazie ad appoggi esterni "umanitari" ben individuabili, attraverso le tregue e la sospensione dei combattimenti continuano ad armarsi e a combattere contro l'esercito regolare, utilizzando spesso la popolazione civile ancora presente nella zona est della città come
scudo umano.


In diverse occasioni questi gruppi islamici hanno impedito a chiunque di uscire dall'area da loro controllata e l'atteggiamento degli Stati che si autodefiniscono Amici della Siria, ovvero i Paesi del Golfo, gli Usa e l'UE hanno semplicemente avallato le violenze e l'estremismo di questi fanatici.


Il 4 ottobre 2016 arcivescovo maronita di Aleppo Mons. Tobij è stato audito dalla Commissione Affari Esteri del Senato. 

Lui vive ad Aleppo è può certo raccontare meglio di chiunque altro come stanno le cose.

L'audizione è stata un'occasione irripetibile per conoscere il punto di vista dei cristiani siriani, spesso chiamati in causa, anche ingiustamente, per motivare interventi umanitari e militari in loro difesa, ma quasi mai ascoltati.


Eppure i cristiani che vivono in Medio Oriente conoscono meglio di chiunque altro la situazione del Paese e hanno un'idea ben definita della tragedia che ha colpito la Siria. 
Da Mons. Tobij si leva un atto di accusa alle politiche interventiste occidentali che non lascia spazio a fraintendimenti di sorta:


"In Siria non è in atto né una rivoluzione, né una guerra civile, ma una terza guerra mondiale per procura i mezzi di informazione internazionali continuano ad essere parziali, calpestano la verità. Parlano della parte occupata dai terroristi, dimenticando il resto", ha dichiarato il religioso maronita.


L'arcivescovo chiede di lavorare per fermare la guerra, non in maniera ideale o attraverso generici appelli alla pace, ma attraverso precise richieste:

"no alla vendita delle armi e al flusso di terroristi dalla Turchia e dalla Giordania o credete ancora alla favola di una coalizione delle più grandi forze mondiali che non può fare fuori in due anni una banda di banditi?";

"no alle sanzioni, che non sono meno dannose delle bombe, per tutti noi sono ingiustizie fatte su un popolo che prova sofferenze".

Alcuni in Commissione hanno provato imbarazzo alle parole dell'Arcivescovo. 
Vi invito a guardare l'espressione del Presidente di Commissione Casini, durante alcuni passaggi.


20 minuti ben spesi che spero siano utili a quanti vogliano capire meglio cosa accade in Siria.

 



*Capogruppo della Commissione Affari esteri del M5S

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