L'ex presidente della Colombia Uribe invoca apertamente il colpo di stato in Venezuela
Uribe chiede alla guardia nazionale del Venezuela di rovesciare Maduro. Intanto le opposizioni, convinte dagli Usa e dalla Spagna, non siedono al tavolo di trattative in corso con il governo.
L'ex presidente della Colombia, Alvaro Uribe Velez, ha nuovamente invocato il colpo di stato in Venezuela. In una dichiarazione pubblica ha chiesto all'Esercito del Venezuela di 'ribellarsi' contro il governo del presidente Nicolas Maduro per porre fine alla sua 'dittatura'.
"Chiedo alla guardia nazionale del Venezuela: qual è la tua forza? Proteggere i deboli o sostenere la dittatura socialista di Maduro? Le armi che portano gli eredi più diretti al liberatore devono essere al servizio del popolo", ha dichiarato l'attuale senatore dell'estrema destra colombiana nella città di confine di Cúcuta, così come riporta il canale locale Caracol.
Il governo venezuelano e i gruppi di opposizione non siedono al tavolo di dialogo programmato per questo giovedì a Santo Domingo, la capitale della Repubblica Dominicana, perché le opposizioni hanno abbandonato le trattative dopo la morte del terrorista Óscar Pérez. "L'esercito del Venezuela ha la possibilità di continuare ad assassinare cittadini o intervenire per mettere da parte Maduro e di convocare elezioni libere che soddisfano in modo democratico", ha scritto nel suo account Twitter.
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Il governo venezuelano ha attaccato duramente l'opposizione per non aver partecipato alla riunione nel processo di dialogo in corso, prevista ieri nella Repubblica Dominicana, ed essersi così inchinati così alle pressioni degli Stati Uniti, della Spagna e della Colombia. "Rifiutano la soluzione elettorale. Hanno ceduto alle pressioni di coloro che rifiutano la soluzione elettorale in Venezuela". Lo ha dichiarato il ministro della Comunicazione e Informazione, Jorge Rodriguez, in una conferenza stampa tenutasi giovedi notte a Santo Domingo. "Ci sono chiaramente settori dell'Amministrazione Donald Trump (USA), Mariano Rajoy (Spagna) e Juan Manuel Santos (Colombia) che premono perché l'opposizione venezuelana non partecipi alle prossime elezioni presidenziali del Paese bolivariano, e per questo motivo rifiutano un accordo", ha proseguito.
Rodriguez ha anche assicurato che a causa dell'assenza dell'opposizione in tale riunione, i punti concordati non possono essere svolti nelle precedenti riunioni, che includevano: ampie garanzie per il prossimo processo elettorale con osservazione internazionale e rispetto istituzionale, commissioni di lavoro per la situazione economica e l'apertura di un canale umanitario. Ma, ha concluso, il governo "rimane impegnato per la pace" e ad usare metodi democratici, pacifici, partecipativi e inclusivi al fine di trovare una soluzione alla crisi in Venezuela. Soluzione che deve passare attraverso il dialogo e elezioni, non "sanzioni, blocchi, sabotaggi e aggressioni".