Follia neoliberista in Brasile: Temer congela la spesa pubblica per 20 anni
Le motivazioni sono sempre le stesse, non cambiano a nessuna latitudine: il ruolo dello stato va ridotto al minimo per evitare gli sprechi, bisogna effettuare le ‘riforme’ per creare un clima di fiducia, privatizzare tutte le aziende pubbliche per eliminare la corruzione, tagliare gli investimenti nelle politiche sociali e ‘riformare’ il sistema pensionistico
Le intenzioni del governo golpista di Michel Temer per il Brasile erano ben chiare sin dal suo insediamento: il gigante sudamericano andava riportato nell’alveo neoliberista per cancellare tutte le conquiste sociali che il popolo era riuscito ad ottenere con i governi di Lula prima e Dilma poi.
Le motivazioni sono sempre le stesse, non cambiano a nessuna latitudine: il ruolo dello stato va ridotto al minimo per evitare gli sprechi, bisogna effettuare le ‘riforme’ per creare un clima di fiducia, privatizzare tutte le aziende pubbliche per eliminare la corruzione, tagliare gli investimenti nelle politiche sociali e ‘riformare’ il sistema pensionistico. Insomma a Brasilia come ad Atene o Roma, il discorso non cambia. Sangue e lacrime per il popolo, ed economia destinata alla depressione.
Michel Temer ha deciso di congelare per ben 20 anni la spesa pubblica. Una misura folle, in puro stile neoliberista, che destinerà il Brasile ad una sicura depressione. Immediatamente il governo golpista e corrotto, ha ricevuto il sostegno del settore privato che attraverso l’acquisto di ben 4 pagine dei principali quotidiani brasiliani ha espresso il proprio convinto sostegno a questa follia economica. Il presidente ad interim ha giustificato la misura dichiarando che si tratta dell’unico modo per evitare il ‘fallimento’ del paese.
‘Strada obbligata’, ‘non vi sono alternative’. Queste le motivazioni che vengono sempre addotte per giustificare certe misure neoliberiste che non hanno alcun senso e finiscono puntualmente per colpire i diritti del popolo e l’economia stessa che i governo dicono di voler ‘salvare’.