L’Onu riconosce l’importanza degli aiuti umanitari russi in Siria e Ucraina
di Eugenio Cipolla
Per mesi i media occidentali, appoggiati dalla Casa Bianca e dagli eurocrati di Bruxelles, hanno provato a sminuire le immagini che arrivavano da Mosca e mostravano i soldati russi presenti in Siria e i convogli del ministero per le Emergenze di Mosca in Donbass consegnare aiuti umanitari e generi di prima necessità a due popolazioni duramente colpite da due conflitti pluriennali. Qualcuno asseriva che dentro quei camion in realtà si nascondessero armi, altri che fossero una specie di mezzo per comprare il consenso, altri ancora che fossero immagini montate, finte, finalizzate esclusivamente a mostrare il lato umano di un paese guidato da un autocrate. Dicevano fosse così e in un modo o nell’altro la conclusione era sempre la stessa: gli aiuti della Russia in Siria e Ucraina non sono una cosa positiva.
Ma il tempo si sa, è galantuomo, e negli ultimi giorni la Russia ha ricevuto il riconoscimento del lavoro umanitario svolto in questi ultimi anni dalle Nazioni Unite. E più esattamente da Fabrizio Grandi, Alto Commissario per i rifugiati della Nazioni Unite (UNHCR), successore dell’attuale segretario generale dell’Onu Gutierres. Intervistato da diversi media russi, il diplomatico italiano ha sottolineato l’importanza del ruolo della Russia nella gestione di alcune crisi e conflitti. «Non vediamo l’ora di arrivare a una soluzione politica in Siria con il processo di pace di Astana», ha detto Grandi alla TASS. «La Russia – ha proseguito il capo dell’UNHCR – è di grande aiuto. Noi stiamo lavorando con i diplomatici di Mosca in termini di accesso ai convogli umanitari, e non sto parlando solo per l’UNHCR ma anche per l’ONU nel suo complesso. Vorremmo che la Russia continuasse a fornire assistenza a tutti i siriani, indipendentemente dalle zone sotto il loro controllo. L’Onu vuole aiutare tutti i civili, ma è una guerra e l’accesso alle cure a volte è difficile».
Grandi ha reso noto che il 21 febbraio UNHCR e Ministero degli Interni russo hanno discusso circa la politica dei rifugiati di Mosca. «Apprezziamo il lavoro che la Russia ha condotto nei confronti di centinaia di migliaia di rifugiati ucraini. Vorremmo che accogliessero persone di altra nazionalità, in particolare siriani, perché per molti la Russia può essere un paese di residenza sicuro, considerato ideale per uno stato di protezione temporanea o di asilo».
Proprio a riguardo della crisi Ucraina, l’Alto Commissario per i rifugiati, interpellato da Ria Novosti, ha lodato «il ruolo giocato dagli aiuti umanitari che la Federazione russa ha inviato al popolo ucraino. La Russia svolge attività indipendenti di assistenza umanitaria e noi sosteniamo queste azioni, perché sono molto importanti per il popolo». Dall’inizio dalla guerra ad oggi sono passati quasi tre anni. In questo frangente il ministero per le Emergenze russo ha inviato 59 convogli di aiuti umanitari, facendo arrivare alle popolazione del Donbass circa 66 tonnellate di aiuti umanitari.
«In quest’ottica, la DNR e la LNR devono moltiplicare le possibilità per le agenzie umanitarie di accedere al proprio territorio. L’aiuto umanitario non rappresenta un rischio per la loro sicurezza, anzi, consente di aumentare il livello di sicurezza pubblica. Abbiamo bisogno di fare ancora di più, ma per fare questo abbiamo bisogno di ancora più spazio». Grandi ha assicurato di essersi già rivolto alle autorità delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk per consentire alle persone di muoversi più liberamente lungo la linea di contatto.