No alle Olimpiadi, si al Ponte: l'alleanza della finanza globale e degli speculatori locali è di nuovo salda.
di Francesco Erspamer*
Il fiasco delle Olimpiadi non era nei patti: chi aveva sovvenzionato e appoggiato il regime per lucrare sul Grande Evento non è contento. Ecco allora, immediato e necessario, l'annuncio di una Grande Opera: il Ponte sullo stretto. Un progetto vecchio e inutile ma costosissimo -- almeno dieci miliardi, che potrebbero diventare quindici, venti, chissà, una volta iniziato, come non completarlo? Meglio dei Giochi. L'alleanza della finanza globale e degli speculatori locali è di nuovo salda.
*Professore all'Harvard University. Post facebook del 27 settembre 2016