Matthew Lynn sul Telegraph offre una buona panoramica di quello che il regime dell'euro significa per l'Europa del sud:
"Le corse agli sportelli sono all’ordine del giorno. I mercati obbligazionari vanno nel panico, e i governi del Sud-Europa necessitano di bail-out [salvataggi economici, NdT] ogni pochi anni. La disoccupazione è schizzata alle stelle e la crescita rimane asfittica, non importa quante centinaia di miliardi di denaro la Banca Centrale Europea stampi ed inietti nell’economia. Ormai siamo tutti annoiatamente consapevoli di come l’eurozona sia stata un disastro finanziario. Ma ora inizia a diventare evidente che essa è anche un disastro sociale. Quello che spesso viene omesso dalle discussioni sui tassi di crescita, sui bail-out e sull’armonizzazione bancaria è che l’eurozona sta diventando una macchina di impoverimento. Mentre la sua economia è in stagnazione, milioni di persone stanno cadendo in uno stato di vera e propria deprivazione. I tassi di povertà sono aumentati vertiginosamente in tutta Europa, sia che li si misuri in termini relativi che in termini assoluti, e gli aumenti peggiori si sono verificati all’interno dell’area che adotta la moneta unica.
Non potrebbe esserci un atto d’accusa più scioccante del fallimento dell’euro, o un promemoria più potente che gli standard di vita cominceranno a migliorare solo se la moneta unica verrà sottoposta a riforme radicali, o smantellata".
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