"Non è un crimine di guerra". L'imbarazzante "difesa" di Dijsselbloem
Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen, Dijsselbloem,, è tornato sui suoi recenti commenti sui paesi europei in difficoltà, raccontando ai media “sembra che ho commesso un crimine di guerra”. Dijsselbloem insiste sul fatto che tutto quello che voleva esprimere era l'idea che “la solidarietà non è carità. ”
Alla fine di marzo, Jeroen Dijsselbloem, ministro delle Finanze dei Paesi Bassi e presidente dell’Eurogruppo, ha detto alla Frankfurter Allgemeine Zeitung che "i paesi in crisi" dovrebbero attenersi agli obiettivi di disavanzo fissati dalla Commissione europea e mostrare la stessa solidarietà degli stati della zona euro del nord durante la crisi finanziaria.
"Come socialdemocratico, per me la solidarietà è estremamente importante", ha detto Djisselbloem. "Ma quelli che la chiedono hanno anche doveri. Non posso spendere tutti i miei soldi in liquori e donne e poi supplicare aiuto. Questo principio si applica a livello personale, locale, nazionale ed anche europeo".
Al quotidiano De Volkskrant, il ministro delle Finanze olandese ha tentato di chiarire il suo intervento, spiegando che “la stanchezza può aver giocato un ruolo” nella formulazione dei suoi commenti iniziali resi "tre giorni dopo le elezioni olandesi".
Nell'ultima intervista, Dijsselbloem ha respinto le richieste di dimissioni, e ha esortato l'UE a prestare maggiore attenzione ai problemi reali che l'Unione si trova ad affrontare.
"E' triste che abbiamo messo così tanto tempo ed energie in un'intervista mentre la Grecia sta scivolando in una nuova crisi", ha detto Dijsselbloem a De Volkskrant.
"[E '] davvero fastidioso che tante persone si siano offese e arrabbiate. Ma i parlamentari stanno cercando di spingermi in un angolo, come se io avessi sostenuto che tutti gli europei del sud sono grandi spendaccioni. Sciocchezze!".