Pisapia, Repubblica e la "sinistra europeista": il canto del cigno di un bieco populismo
Dopo aver passato decine e decine di righe a spiegare che l'errore di Renzi è stato quello di inventare un “post-linguaggio” che ha prodotto la “semplificazione assoluta della politica” e aver specificato che questo avviene “dopo la fine delle ideologie, delle appartenenze, delle distinzioni di campo tra destra e sinistra”, l'ex direttore di Repubblica Ezio Mauro scrive in un editoriale del 6 dicembre ("il populismo del potere") che è il momento (questo si, oggi si!) per la “sinistra” di scendere in campo. Del resto, “Renzi cade su un problema di identità”.
E, dopo la post-verità tirata fuori dalla Oxford University e il post-linguaggio, la conclusione è sulla post-politica. Nello specifico: “La convinzione che destra e sinistra siano categorie superate che non servono più per leggere il mondo e per rappresentarlo. Come se Trump e i populismi di casa nostra non fossero destra reale — anzi, realizzata — nei linguaggi, nei disegni, nei programmi, nella cultura”. E, leggete, l'innovativa soluzione trovata da Repubblica: “Nell’età del trumpismo, di Salvini e di Grillo ci sarebbe bisogno di una sinistra di governo moderna, occidentale, europea, finalmente risolta invece di inseguire l’indistinto, che è un campo vasto, ma non ha un’anima”.
E' il momento della sinistra immaginata da Repubblica. E ha già un volto, miracolo delle coincidenze inaspettate. Pisapia, ex sindaco di Milano, proprio con un'intervista a Repubblica “scende in campo” e dichiara: "È il momento della verità. Ognuno si assuma le proprie responsabilità. Sono pronto a tornare in pista. Per riunire il popolo di sinistra che non si riconosce nel Pd”.
Ma l'Italia ha bisogno di una sinistra di governo “moderna”, “occidentale”, “europea”? Siamo sicuri che sia Pisapia la risposta oggi al 60% che ha urlato NO il 5 dicembre?
La sinistra non è morta proprio perché è stata solo questi aggettivi che utilizza Repubblica dagli anni '90 ad oggi?
Una “sinistra” responsabile dei crimini della Nato (e dell'occidente) in ex Jugoslavia, Somalia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria e Ucraina deve essere ancora “occidentale”?
Una “sinistra” supina ai diktat della zona euro e dell'Unione europea, che hanno imposto deflazione salariale, austerità e la trasformazione del Sud Europa in un parco giochi per le multinazionali, deve essere ancora “europea”?
E sulla “modernità”? Beh, Renzi probabilmente ha perso il referendum il giorno che ha dichiarato che "se vince il NO torniamo indietro di 30 anni" e tutti gli italiani si sono ricordati dei diritti, del Welfare e di tutte le conquiste sociali ottenute dalle storiche lotte della sinistra, quella vera, quella su cui Repubblica non ha più nessun diritto di cittadinanza. Al giornale di Scalfari e De Benedetti, per questo, non resta che proseguire con il loro canto del cigno, un bieco e cieco populismo europeista.
Alessandro Bianchi