Venezuela: massiccia mobilitazione contro le minacce belliche di Trump
La massiccia manifestazione è partita dall’Avenida Libertador per giungere presso il palazzo Miraflores, sede del governo rivoluzionario bolivariano, dove i manifestanti hanno espresso sostegno incondizionato a Nicolas Maduro
In risposta alla lugubre minaccia di Donald Trump, che ha affermato di non scartare l’opzione militare riguardo al Venezuela, le strade di Caracas si sono colorate di rosso. Un fiume di chavisti consapevoli e combattivi le ha riempite per ribadire che la patria di Chavez e Bolivar è pronta difendere la propria sovranità di fronte alle arroganti minacce dell’imperatore.
«Con l’obiettivo di difendere i propri interessi economici gli Stati Uniti hanno sempre versato sangue in nome della libertà», ha spiegato Elisabeth Bellorin - una lavoratrice del settore pubblico - ai microfoni di teleSUR. Avanzando anche degli esami concreti: «Palestina, Siria, Iraq e Libia sono esempi di morte provocata dall’impero».
Mente Pedro Pereira, un lavoratore freelance, ha esortato tutti i venezuelani che si oppongono al processo rivoluzionario a diventare più consapevoli della minaccia che incombe sul paese, perché le bombe non distinguono tra posizioni politiche, credenze o colori.
La massiccia manifestazione è partita dall’Avenida Libertador per giungere presso il palazzo Miraflores, sede del governo rivoluzionario bolivariano, dove i manifestanti hanno espresso sostegno incondizionato all’ex autista di autobus Nicolas Maduro. Un uomo del popolo alla guida del paese.
Tra i paesi che hanno condannato le minacce di Trump vi sono Cina, Germania e Uruguay, come ricorda l’emittente latinoamericana teleSUR.