Quello che i media non vi stanno raccontando sui test missilistici della Corea del Nord

Quello che i media non vi stanno raccontando sui test missilistici della Corea del Nord

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


di Mike Whitney - CounterPunch



Qui di seguito quello che i media non vi stanno dicendo sui recenti test missilistici della Corea del Nord.


Lo scorso lunedì, la Repubblica popolare di Corea ha lanciato un missile di media gittata Hwasong-12 sopra l’isola giapponese di Hokkaido. Il missile è atterrato in acqua senza causare danni a persone o proprietà. I media hanno immediatamente condannato il testo come un “atto provocatorio” che mostra come la Corea del Nord sfidi apertamente le risoluzioni Onu e “minacci i suoi vicini”. Il Presidente Trump ha fermamente criticato il test dichiarando:


“Azioni di minaccia e di destabilizzazione aumentano solo l’isolamento internazionale del regime di Kim nella regione e nel resto del mondo. Tutte le opzioni sono sul tavolo”.


Quello che i media non vi hanno raccontato è che, per tutte le ultime tre settimane, Giappone, Corea del Sud e Usa, sono stati impegnati in operazioni di simulazioni militari nell’Isola di Hokkaido e in Corea del Sud. Queste provocazioni di guerre non necessarie servono a simulare uno scenario di invasione della Corea del Nord e l’operazione per la “decapitazione” per rimuovere il regime.  





Il leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong-un ha ripetutamente chiesto agli Stati Uniti di porre fine a queste esercitazioni militari, ma gli Usa hanno sempre rifiutato, riservandosi il diritto di minacciare tutti, in ogni momento e in ogni luogo. E’ parte del cosiddetto “eccezionalismo” americano.   


[…]
 

Il test missilistico di lunedì  è stato condotto poche ore dopo che i giochi di guerra di Usa e i suoi alleati erano finiti. Il messaggio è chiaro: il Nord non è disposto ad essere umiliato pubblicamente e mettersi da parte senza rispondere. Invece che mostrare debolezza, il Nord ha chiarito di essere disposto a difendersi contro ogni aggressione straniera. In altre parole, il test NON è stato un “atto provocatorio” (come affermano i media) ma una modesta e ben pensata risposta di una nazione con un’esperienza di 64 anni di sanzioni, demonizzazione e minacce continue da parte di Washington. Il Nord ha risposto perché il livello raggiunto dagli Usa richiedeva una risposta. Fine della storia.
 

E lo stesso vale per i test dei tre missili di breve gittata della scorsa settimana (due dei quali apparentemente sono esplosi dopo il lancio). Questi test sono una risposta alle tre settimane di esercitazioni militari della Corea del Sud e i suoi alleati che ha coinvolto  75,000 truppe da combattimento accompagnate da centinaia di carri armati, veicoli armati, artiglieria pesante, una intera flotta navale e squadroni di jet e bombardieri strategici. Doveva il Nord stare seduto e aspettare che la brutale forza militare prendesse forma proprio sotto il suo naso???
 

Chiaramente no.  Immaginate per un momento se la Russia iniziasse la stessa operazione al confine del Messico. Con la flotta russa che compie queste esercitazioni a tre miglia dalla baia di San Francisco, quale sarebbe la reazione di Trump?  
 

E quindi perché il doppio standard è così palese perché si parla della Corea del Nord?
 

La Corea del Nord dovrebbe essere applaudita per mostrare al mondo di non lasciarsi intimidire dai bulli.Kim sa che ogni confronto con gli Usa finirà male per il Nord, ciononostante, non è crollato o si è arreso ai brulicanti colpi di guerra della Casa Bianca.
 

A proposito, la risposta di Trump al test missilistico di lunedì è stata appena coperta nei media mainstream e a buona ragione. Ecco cosa è successo due giorni dopo:
 

Mercoledì, una flotta aerea Usa di F-35B, F-15 e bombardieri B-1B, ha condotto operazioni militari su un campo di addestramento a est di Seoul. I B-1B, che sono bombardieri nucleari a bassa quota, hanno lasciato cadere le loro bombe al sito e poi sono ritornate alla loro base madre. La spettacolarità era destinata a inviare un messaggio a Pyongyang: Washington non è felice del test balistico del Nord ed è disposto ad usare armi nucleari se non si piegherà in futuro ai diktat Usa.
 

E quindi, realmente, gli Usa sono disposti ad utilizzare la forza nucleare contro la Corea del Nord per imporgli il loro diktat?
 

Sembra così, ma chi lo sa davvero? In ogni caso Kim non ha altra scelta che la fermezza. Se mostra qualche segno di debolezza, sa che finirà come Saddam e Gheddafi. E questo, naturalmente, è quello che guida la retorica iperbolica; il Nord vuole evitare lo scenario di Gheddafi a tutti i costi. (il motivo per cui Kim ha minacciato di lanciare missili nelle acque che circondano Guam è perché Guam è la casa della Anderson Airforce Base che è il punto di origine dei bombardieri nucleari B-1B che minacciano da tempo la penisola. Il Nord sente di dover rispondere a quella minaccia esistenziale).
 

Non sarebbe d'aiuto se i mezzi di comunicazione avessero accennato a questo fatto o è per la loro agenda meglio far apparire che sia Kim che stia abbaiando come un pazzo contro gli "Stati Uniti assolutamente innocenti", un paese che cerca solo di preservare la pace ovunque va?
 

È così difficile trovare qualcosa nei media che non rifletta la polarizzazione e l'ostilità di Washington. L’unico articolo decente che sono riuscito a trovare è stato pubblicato dalla CBS News la scorsa settimana ed è stato scritto da un ex ufficiale dell’intelligence occidentale con decenni di esperienza in Asia. È l'unico articolo che ho trovato che spiega con precisione cosa sta andando oltre la propaganda.  
 

"Prima dell'arrivo del presidente Trump, la Corea del Nord ha chiarito che era disposta a dare alla nuova amministrazione americana il tempo per rivedere la propria politica e trovare una soluzione migliore del presidente Obama. L'unica richiesta era che se gli Stati Uniti  avessero proseguito a pieno ritmo con i loro esercizi congiunti annuali con la Corea del Sud (specialmente se accompagnato dalla solita retorica di "decapitazione" e dai voli di bombardieri strategici sulla penisola coreana), il Nord avrebbe reagito fortemente.
 

In breve, gli Usa li hanno fatti e il Nord ha reagito.
 

Dietro le quinte i contatti sono saliti e scesi, ma non hanno potuto ottenere risultati. In aprile, il leader del Nord Corea Kim Jong Un ha lanciato nuovi missili come avvertimento, senza alcun effetto. Il regime ha lanciato i nuovi sistemi, uno dopo l'altro. Ancora, l'approccio di Washington non è cambiato "(Analisi: la vista di Pyongyang sulla crisi della Corea del Nord-Usa", CBS News)
 

Ecco, quindi abbiamo la verità: il Nord ha fatto del suo meglio ma è tornata sui suoi passi quando Washington ha dimostrato di non voler negoziare e ha scelto di rafforzare l’embargo e minacciare la guerra. Questa è la soluzione di Trump. Qui altri estratti dello stesso articolo:
 

"Il 4 luglio, dopo il lancio del primo missile balistico intercontinentale di successo della Corea del Nord (ICBM), Kim ha inviato un messaggio pubblico che il Nord avrebbe potuto mettere i programmi nucleari e missilistici sul tavolo se gli Usa avessero cambiato il loro approccio.
 

Gli Stati Uniti non lo hanno fatto, così il Nord ha lanciato un altro ICBM,  deliberatamente come avvertimento per gli Stati Uniti che dovevano essere presi seriamente. Tuttavia, altri bombardieri B-1 hanno volato sopra la penisola e il Consiglio di sicurezza ONU ha approvato nuove sanzioni ".
 

Quindi, il Nord era pronto a fare qualche pesante concessione nella negoziazione, ma gli Stati Uniti non hanno accettato. Kim probabilmente ha avuto fiducia in quello che poteva essere cambio di marcia con Trump e aveva capito che potevano lavorare su qualcosa. Ma non è accaduto. Trump si è rivelato una sfinge più grande di Obama, che già era stato pessimo. Non solo si rifiuta di negoziare, ma manda minacce bellicose quasi ogni giorno. Non è ciò che aspettava il Nord. Stavano aspettando un leader "non interventista" con cui arrivare ad un compromesso.
 

La situazione attuale ha lasciato Kim senza buone opzioni. Può terminare il suo programma missilistico, o aumentare la frequenza dei test e sperare di aprire la strada ai negoziati. Kim ha scelto quest'ultima.
 

Ha fatto una cattiva scelta?
 

Può essere.
 

 E’ una scelta razionale?
 

Si.
 

Il Nord sta scommettendo che i suoi programmi di armi nucleari saranno preziosi nei futuri negoziati con gli Stati Uniti. Il Nord non ha intenzione  colpire la costa occidentale degli Stati Uniti. È ridicolo! Non ci guadagna nulla. Quello che vogliono è salvaguardare la loro sovranità, procurarsi garanzie di sicurezza da Washington, rimuovere l'embargo, normalizzare i rapporti con il Sud, cacciare gli Stati Uniti dagli affari politici della penisola e (speriamo) di porre fine all' irritante e infinitamente provocatoria occupazione americana che dura da 64 anni.  
 

Il Nord è pronto all’accordo. Vogliono i negoziati. Vogliono porre fine alla guerra. Vogliono mettere tutto questo incubo dietro di loro e continuare con la loro vita. Ma Washington non lo farà perché gli Usa desiderano mantenere lo status quo. Washington vuole la sua permanenza perenne nella Corea del Sud in modo da poter circondare la Russia e la Cina con i sistemi missilistici e ampliare la sua presa geopolitica portando il mondo più vicino all'Armageddon nucleare.
 

Questo è ciò che vuole Washington e per questo la crisi della penisola continuerà a bollire.


Traduzione de l'AntiDiplomatico

Potrebbe anche interessarti

Strage di Suviana e la logica del capitalismo di Paolo Desogus Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Strage di Suviana e la logica del capitalismo

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda di Geraldina Colotti Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

La fine dell'impunità di Israele di Clara Statello La fine dell'impunità di Israele

La fine dell'impunità di Israele

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Lenin, un patriota russo di Leonardo Sinigaglia Lenin, un patriota russo

Lenin, un patriota russo

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare di Michelangelo Severgnini Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti