"Ritorno dal Donbass e vi svelo le tre principali menzogne che vi raccontano i media"
Intervista a Giorgio Cremaschi, uno dei membri della "Carovana anti-fascista in Donbass": "La prima forma di resistenza oggi è contro le fake news di regime che producono morte, distruzioni e profughi disperati."
“Sulla guerra in Ucraina, come su ciò che accade in tante parti del mondo, tutto è coperto da una bolla di fakenews.” Questo ci ripete più volte Giorgio Cremaschi che abbiamo ascoltato telefonicamente di ritorno dal Donbass. Come rappresentante di Eurostop nella carovana antifascista organizzata insieme alla Banda Bassotti, all’USB, all’eurodeputata Eleonora Forenza e alcuni militanti di Rifondazione Comunista, Cremaschi lancia un appello. “Andando in Donbass siamo riusciti a rompere la bolla e vedere la realtà. Una realtà che è opposta a ciò che il potere e i suoi media di regime ci vogliono far credere. E’ il momento che ci si attivi tutti”.
Quali sono le prime sensazioni di ritorno dal Donbass?
Sono di rabbia per la capacità dei mezzi d’informazione di mistificare completamente la situazione. Anche io che sono un militante attivo da anni e sono abituato dalla Guerra del Vietnam in poi a diffidare delle bufale che ci propinano sui media, ho dovuto testare sul campo che il livello raggiunto è ormai oltre. Siamo, infatti, alla totale costruzione di una realtà parallela, virtuale. La realtà è sistematicamente rovesciata. Questo accade nel racconto della guerra in Donbass, così come nell’attacco devastante contro il Venezuela. Tutte le persone che incontravamo nel Donbass ci ripetevano una cosa sola: “Tell the Truth”.
Quali sono le tre menzogne principali sul Donbass?
La prima, la più grave, è che coloro che vengono presentati come aggressori, occupanti, terroristi sono le vittime, e coloro che vengono presentati come vittime sono feroci aggressori responsabili di terribili crimini verso la popolazione civile. Abbiamo visto questa realtà che si vuole tenere nascosta e per questo il regime di Kiev ha chiesto il nostro arresto e pare, ma qui bisogna tenere conto del ridicolo, la nostra estradizione. La popolazione non occupa, ma vive le sue terre come pronipoti di quei russi e cosacchi che si stabilirono nel Don. E oggi quella popolazione vive impaurita da quella che può essere definita la “pulizia etnica” del regime di Kiev.
Seconda menzogna: il fascismo. Nessuno dei governi europei che festeggiano oggi Macron può essere considerato anti-fascista per il sostegno al regime di Kiev. Sulle bande di fascisti che compiono crimini contro l’umanità impuniti, quello che voglio dire e che ho appreso vivendolo in prima persona, è che non sono solo elementi aggiuntivi all’esercito del regime ucraino. Dopo le defezioni enormi di chi non voleva combattere i suoi concittadini, il governo di Kiev ha fatto riferimento alle bande fasciste come il punto di riferimento della guerra. Solo i nazisti combattono.
Terza menzogna, infine: “l’Ue ci garantisce la pace”. La Pace era stata garantita dall’equilibrio del terrore dei due blocchi contrapposti - Patto di Varsavia contro Nato – che è venuta meno con il crollo dell’URSS. Da allora l’Unione Europea ha significato guerra. Guerra in tutti i paesi dell’Ex Jugoslavia e ora in Ucraina. Francia e Germania non si fanno più guerra tra loro ma la producono ai confini dell’Europa. Guerre che significano centinaia di migliaia di morti e profughi.
Come si sconfigge questa cappa mediatica che alimenta le guerre?
Viviamo in una bolla di fake news che comprende praticamente tutta l’informazione mainstream italiana. Con media di questo tipo c’è davvero da temere che i pezzetti della terza guerra mondiale (nella definizione di Papa Francesco) si uniscano presto. La prima forma di resistenza oggi è contro le fake news di regime che producono morte, distruzioni e profughi disperati. Bisogna iniziare da qui.
Sul colpo di stato del febbraio del 2014 che ha generato le guerre nelle regioni autonomiste dell’est Ucraina, un ruolo tristemente importante lo ha purtroppo giocato il Parito Democratico….
Il PD ha una responsabilità storica che inizia da prima. A bombardare una capitale europea del 1999 con aerei militari italiani fu un governo di quel partito. Pittella a Maidan ad esultare con i nazisti ucraini è l’ultima degenerazione di un partito che ha ormai perfino perso il confine tra fascismo e antifascimo.
Come giudica il comportamento del governo italiano sulla farsesca richiesta d’arresto da parte del regime di Kiev alla carovana antifascista partita per il Donbass?
Attendiamo ancora un segno di vita da parte del governo italiano a cui vogliamo solo ricordare che tutto il regime che egli vergognosamente riconosce si macchia ogni giorno di crimini di guerra. Questi crimini noi li abbiamo visti ed è per questo che i signori di Kiev si sono inalberati. Abbiamo visto in ogni centro abitato delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk le foto delle donne, degli uomini, dei bambini uccisi dalle loro bombe. Abbiamo visto le case, le scuole e le università, la vie del passeggio crivellate dai colpi delle loro artiglierie, che continuano ogni giorno a terrorizzare la popolazione, anche noi li abbiamo sentiti. Siamo stati testimoni scomodi e in più abbiamo commesso un reato gravissimo per Kiev, abbiamo portato giocattoli e medicinali, quest'ultimo è una colpa per cui le bande fasciste del governo ucraino possono uccidere chi la commette. Abbiamo visto un popolo che subisce una guerra di sterminio condotta dai governanti di Kiev al fine della pulizia etnica. Abbiamo visto un popolo che lotta e che resiste come ha fatto nella seconda guerra mondiale. Noi siamo prima di tutto questo, semplici testimoni di verità a cui speriamo si aggiungano molti altri.
Alessandro Bianchi