Torino: licenziare è un crimine

Torino: licenziare è un crimine

Candida a gennaio era stata licenziata da una delle sedi della BEFED BREW UP, la catena di grigliata di pollo e birra che si sta affermando con successo e profitti nel centro Nord

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di Giorgio Cremaschi

Candida ora lotta per la vita perché si é data fuoco in una sede dell'INPS di Torino, dove si era recata per avere alcuni mesi arretrati, che non le erano stati corrisposti, della NASPI, l'indennità di disoccupazione figlia del Jobsact. 

Candida a gennaio era stata licenziata da una delle sedi della BEFED BREW UP, la catena di grigliata di pollo e birra che si sta affermando con successo e profitti nel centro Nord . Lavorava da dieci anni lì a fare le pulizie, ma un bel giorno la direzione del locale ha trovato modo di risparmiare sui costi e guadagnare di più, appaltando il servizio di pulitura all'esterno. Addio Candida. 

Una volta questo licenziamento non sarebbe andato via tanto liscio, ma dopo il Jobsact e la legge Fornero, del lavoro si può fare ciò che si vuole. Inoltre i vecchi ammortizzatori sociali, cassa integrazione e mobilità, sono stati aboliti per chi perde il lavoro e sostituiti dalla NASPI, una indennità di disoccupazione più magra e anche più complicata da ottenere. Del resto il governo ha tagliato di alcuni miliardi la spesa per gli ammortizzatori sociali e qualcuno deve pur pagare in qualche modo. Lo fanno i disoccupati, cui tocca di faticare pratiche infinite anche solo per ottenere ciò che una volta era automaticamente assegnato. 

Candida era andata all'Inps perchè le mancavano alcuni mesi di NASPI, cioè i pochi soldi indispensabili per vivere. Tra rabbia e disperazione si era portata da casa due bottiglie di alcol, che si è rovesciato addosso e che poi ha acceso, gridando : Mi hanno licenziata! Questo per lei era sufficiente per giustificare il suo gesto terribile ed estremo. Perché licenziare oggi è mettere in discussione la vita. Una donna di 46 anni licenziata non troverà più un lavoro, lo sanno tutti. Chi oggi perde il lavoro è condannato alla miseria, lo sanno tutti. 

Criminale è licenziare solo per fare un poco più di profitto e ancora più criminale è adattare la legge a favore del più forte, togliere diritti e tutele a chi lavora e dare potere di vita e di morte a chi ha già il potere dell'impresa e del mercato. E criminale è esaltare flessibilità e sfruttamento del lavoro nel nome della maggiore competitività. E una società criminale è quella ove si regalano miliardi pubblici per salvare le banche, e milioni per salvare un programma tv. Mentre chi perde il lavoro fa fatica a ricevere meno di mille euro al mese. 

Il licenziamento è un crimine al quale la società si è assuefatta, e per questo la vita civile precipita moralmente sempre più in basso. 

Il fratello di Candida ha denunciato un mondo del lavoro senza regole e solidarietà, vero, ma a questo si è giunti perché l'ingiustizia sociale più feroce è diventata la normalità della vita quotidiana. E perché la criminalità sociale nel nome del profitto e del mercato viene legalizzata e persino esaltata dal potere e da chi il potere serve. 
Auguro a Candida di farcela e, a tutti coloro che direttamente o indirettamente le hanno procurato dolore, auguro di non potersi mai più liberare dall'ossessionante odore di alcol e carne bruciata.

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