Un attentato al giorno per l’Europa

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PICCOLE NOTE
 

 

Un attentato al giorno per l’Europa. Due giorni fa due attentati a geometria variabile, ovvero di segno diverso, hanno scosso Londra e Parigi. E di seguito, alcune ore fa, un altro attentato ha colpito nuovamente Bruxelles, la città che è il cuore artificiale del Vecchio Continente e per questo continua a essere presa di mira dal Terrore globale.

 

Iniziamo dai primi due attentati. Quello francese ha ripetuto un copione già visto fin troppe volte: un terrorista più che noto alle autorità ha speronato con la sua macchina un furgone della polizia presso gli Champs-Elysées, per poi far esplodere una bombola di gas che aveva in auto.

 

L’attentatore, infatti, aveva con sé due bombole di gas e tante, tante armi: fucili, pistole e 9.041 proiettili come ricostruisce nel dettaglio Sky, che ha evidentemente una buona fonte di informazioni (cliccare qui), ma pare anche un kalashnikov, come indicano altre e numerose fonti.

 

Evidentemente l’attentatore doveva esser confuso: se doveva immolarsi come kamikaze a che servivano le armi? Comunque, al solito, nonostante sia stato ucciso dall’intervento della polizia, l’identità dell’attentatore è stata scoperta subito grazie al documento rinvenuto nel veicolo, come riporta la Tv francese BFM (cliccare qui), evidentemente risparmiato dalle fiamme.

 

Fiamme che infatti devono esser state contenute, tanto che l’auto non ne sembra intaccata, come si nota nel video citato e in altre immagini, sempre riportate da BFM (cliccare qui) o riprese dal Corriere della Sera  (come la foto riportata in alto, nel nostro articolo, nella quale tra l’altro si può notare che le ruote sono ancora in buono stato nonostante il calore).

 

Insomma, si spiega così quello che poteva sembrare un mistero. Al di là del particolare, dalla dinamica emerge un terrorista poco lucido, tanto che ne è uscito fuori un attentato alquanto bislacco (per pura fortuna, è bene ribadirlo). Se non si fosse trattato di un episodio tanto drammatico, sembrerebbe una carnevalata, con quel fumo giallo (cliccare qui) che esce dall’auto, che più che un incendio ricorda un fumogeno da stadio.

 

Di segno diverso l’attentato di Londra, dove un folle ha investito con un furgone un gruppo di islamici alla fine della preghiera del Ramadan a Finsbury Park, uccidendone uno e ferendone una decina.

 

Un attentato che sembra ripercorrere le orme, nelle cause e negli effetti, di quello in danno alla parlamentare Jo Cox, uccisa a ridosso del referendum sulla Brexit: lo sfondo è quello dell’intolleranza verso i diversi e l’effetto è quello di un’ondata di riprovazione per gli ambiti, vari e variegati, non inclini al multiculturalismo.

 

L’attentato si è svolto nella circoscrizione elettorale del leader laburista Jeremy Corbyn che ne è rimasto «totalmente scioccato», come ha sottolineato Repubblica.

 

L’attentatore, di nazionalità inglese, è di Cardiff e, come capita a certi pazzi esaltati, probabilmente voleva vendicare sugli islamici le sconfitte della vita: si è salvato solo grazie all’intervento dell’imam della moschea locale, il quale ha fermato la folla inferocita che dopo l’eccidio l’ha catturato per linciarlo. Consegnato alla polizia, verrà sottoposto a esame psichiatrico.

 

Alcune ore fa, un altro attentato, stavolta un’esplosione alla stazione centrale di Bruxelles ha attirato la (pronta?) reazione della polizia che ha ucciso il terrorista. Nessuna vittima per fortuna: la bomba doveva avere scarsa potenza e  magari è stata innescata per caso, ciò spiegherebbe perché è esplosa lontano dalla folla.

 

Non sono molti i particolari rilevanti, se non che l’assassino avrebbe urlato, al solito, «Allah Akbar», come prevede il culto blasfemo di questi satanisti che spargono sangue innocente inneggiando (meglio, bestemmiando) Dio.

 

Quello del Terrore globale sembra un vero e proprio bombardamento, il cui effetto è incrementato da reazioni di segno opposto, come dimostra l’eccidio londinese.

 

Un bombardamento che deve essere affrontato con determinazione, ma conservando la lucidità, la facoltà che tale martellante reiterazione vuole ottundere.

 

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