«Sono siriana anch’io»

«Sono siriana anch’io»

Abbiamo intervistata una siriana di Aleppo. L’abbiamo ascoltata non in un momento qualunque.

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Intervista a cura della redazione dell’Antidiplomatico

Abbiamo ascoltato Xxxxx, siriana di Aleppo (VEDI NOTA). L’abbiamo ascoltata non in un momento qualunque.

In questi giorni infatti oltre 50 diplomatici del Dipartimento di Stato Usa hanno deciso di preparare la strada alla guerresca Clinton-moglie, chiedendo urgentemente bombardamenti sull’esercito siriano così da proteggere i fantomatici ribelli moderati.

E in questi giorni varie organizzazioni siriane e inglesi hanno chiesto alla Mogherini che l’Europa aumenti le sanzioni “al regime siriano e ai suoi alleati e deferisca la Siria alla Corte penale internazionale, ripetendo che l’esercito siriano assedia città e quartieri e bombarda deliberatamente ospedali e scuole per uccidere indiscriminatamente i civili.

Sempre in questi giorni, la ministra italiana Pinotti stringe una lucrosa commessa di forniture belliche  con il suo omologo del Qatar. Lo stesso fanno tanti governi  con questa e altre petromonarchie; non c’è poi da stupirsi se trattiamo emiri sceicchi re e sultani con tanto rispetto e se, per sete dei loro petrodollari, l’Onu si piega ai ricatti, come ha ammesso Ban Ki Moon pochi giorni fa rispetto all’Arabia saudita.
 

Com’era Aleppo prima e dopo?

Era una città normale e il centro economico del paese. Adesso è devastata, la vita è molto difficile. Il popolo resiste ma in condizioni tremende. Perfino l’acqua spesso non c’è: i ribelli quando possono  tagliano acqua, elettricità e vie di approvvigionamento. Allora tocca usare i pozzi che si trovano in alcune chiese, mosche o case. Certe persone sono arrivate a prendere l’acqua dal fiume. Ora con l’estate sarà peggio…

I bambini siriani: una generazione perduta?

I bambini hanno una grande forza. Però alcuni di loro giocano alla guerra, altri invece hanno attacchi di panico. Per quanto si provi a proteggerli, qualcosa passa. In ogni famiglia c’è un morto, anche tre o quattro. I martiri, i morti dell’esercito, sono ragazzi di un esercito di leva. Tanti altri si arruolati nei gruppi di autodifesa, dove ci sono anche donne.

Cosa fanno i gruppi di autodifesa, ad esempio ad Aleppo?

Cercano di difendere i quartieri più popolosi…ovviamente è impossibile proteggerlidai razzi…che colpiscono scuole, chiese, ospedali, università. Missili e  autobombe dei terroristi che uccidono tanta gente. Aleppo subisce più di altri perché è vicina alla Turchia, da dove arrivano i mercenari, e d’altra parte quando i gruppi armati chiudono la strada di accesso, non può passare niente. Poi le sanzioni peggiorano tutto…Gli ospedali erano gratis ma adesso mancano anche di molte medicine salvavita. La Siria aveva varie case farmaceutiche, per il mercato interno e per l’esportazione, e i farmaci costavano poco. Ma aziende e industrie sono state colpite per prime. Per questo dico che sono cose programmate. Ora è molto più difficile produrre i farmaci, e del resto la Siria a causa della guerra e delle sanzioni non ha più soldi per pagare le importazioni…

Chi sono i paesi nemici della Siria?

Allora: Arabia saudita, Qatar, Turchia; poi gli Stati uniti da sempre, e Israele, non c’è nemmeno bisogno di dirlo. Turchia e Qatar erano paesi amici, ma con la vicenda del gasdotto che doveva passare per la Siria e che era sgradito appunto ai petromonarchi e al sultano, all’improvviso Bashar al Assad che era il presidente moderato è diventato criminale, un mostro. E chi paga un prezzo altissimo è il popolo.

Chi sono i paesi amici della Siria?

Russia, Cina, Iran, i paesi dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli dell’America Latina e i Caraibi (Alba)…anche per il conforto morale e l’appoggio politico.

E i media?

Quello che si dice nei media occidentali non è vero. La Siria era sì a rischio guerra con Israele, ma cercava la pace. Però, non esiste che contro attacchi così gravi non ci si difenda: l’esercito deve difendere il paese per forza. Quando tutto è iniziato sembrava una rivoluzione, ma non è stato così. Hanno manipolato i ragazzi usando internet, facebook  per organizzarli. C’erano cellule dormienti che hanno preso ordini da fuori. Gente che si spacciava per rivoluzionaria, per la Siria libera (con la bandiera del colonialismo francese!). Hanno iniziato come ribelli siriani, per avere credibilità, poi si sono affermati al Nusra e Daesh. Del resto, è un gioco delle parti. Magari qualcuno è più estremista, altri invece dicono che la religione non c’entra. Comunque quelli di Daesh sono estremisti e mercenari, hanno subito lavaggio del cervello dai wahabiti dell’Arabia saudita, ma poi si vede che sono ben addestrati.

E i ribelli moderati?

Non esistono. Chi va contro il suo paese, lo vuole distruggere, chiede aiuto ai nemici, fa alleanza con Israele, Usa, Francia, non è moderato. Già all’inizio erano violenti, facevano cose tremende, ancora quando si chiamavano Esercito siriano libero.

Sai di persone che dai ribelli moderati sono passati agli estremisti?

Hanno anche usato dei cristiani. Fin dall’inizio c’è stata una grande confusione anche fra le  divise militari…erano le stesse quelle dell’esercito e dei ribelli. Hanno creato il caos, facevano i blocchi, e non si sapeva chi era da una parte e dall’altra. Quando hanno iniziato a scendere in strada, certi ragazzi si credevano i Che Guevara del XXI secolo, ma gli infiltrati hanno cominciato a colpire esercito e polizia, i quali avevano l’ordine di non usare armi, d anche i manifestanti. Il caos.

Come finirà? E perché finisca bene che cosa bisogna fare e che cosa non bisogna fare?

Le sanzioni, è importante che finiscano per riprendersi in forza dal punto di vista economico. E basta con l’export di armi e gli aiuti di vario tipo alle forze dell’opposizione. Occorre bloccare i finanziamenti e gli aiuti esterni ai terroristi. Perché nessuno fa sanzioni contro Arabia saudita, Qatar e Turchia finché continuano ad aiutare questi terroristi? Perché si sa benissimo, le prove ci sono, i finanziamenti passano dalle banche. Allora bloccare i finanziamenti. Una volta bloccati questi, e le armi, finirà. Ci sono dei gruppi che si pentono, si riesce a negoziare con loro perché abbandonino le armi; però poi se vengono pagati bene, tornano ad armarsi.   

Hai fiducia?

Ho speranza. L’esercito è fedele al suo paese. Assad è una figura forte, un leader, è l’unico capace di gestire la Siria. È un leader nel quale hanno fiducia. Io sono fra i tanti che pensano così: se Assad si dimettesse, sarebbe un traditore che ha lasciato la sua patria in difficoltà. Non lo può fare. Poi vediamo cos’è successo in Libia e in Iraq. Paesi nel caos e in mano al terrorismo. Perché non si impara la lezione?

Un fatto recente a cui hai assistito che ti conferma in questa speranza?

Anche le elezioni: la gente in fila dalla mattina presto. Anche ad Aleppo. Voglio ricordare che in Siria convivevano 24 gruppi religiosi. All’improvviso arriva la guerra santa, la contrapposizione sunniti alauiti…Nel primo anno di crisi, ad Aleppo non c’erano problemi, eppure la maggioranza è sunnita. Poi, è  stato facile attaccare Aleppo, dalla Turchia.
 

NOTA. Non indichiamo il nome dell’intervistata per una sua richiesta di sicurezza personale e della propria famiglia. Pensate che questo tolga legittimità alle sue parole? Eppure, tutti i rapporti dell’Onu e di varie Ong sulla Siria omettono i nomi delle fonti.

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