AAA ONG dei diritti umani cercasi... L’Ucraina nega l’ingresso alla cantante (disabile) che doveva rappresentare la Russia all’Eurovision

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di Eugenio Cipolla

Nell’assurdo gioco delle ripicche tra Russia e Ucraina, connesse all’attuale situazione della guerra in Donbass e della decisione della Crimea di ritornare russa, oggi si è senz’altro raggiunti il punto più basso, sia dal punto diplomatico quanto da quello umano. Con una decisione che era nell’aria già da qualche giorno, l’Ucraina ha deciso di vietare l’ingresso nel paese alla cantante russa Yulia Samoilova, scelta dal primo canale russo come rappresentante della Federazione russa al prossimo Eurovision song contest, il famoso concorso canoro, giunto alla 62esima edizione, che quest’anno si svolgerà a Kiev, in virtù della vittoria della cantante ucraina Jamala lo scorso anno a Stoccolma.



«Il servizio per la sicurezza dell’Ucraina – ha scritto su Facebook il portavoce della SBU, Elena Gitlyanskaya – ha vietato l’ingresso sul proprio territorio alla cittadina della Federazione Russa Yulia Samoilova per un periodo di tre anni. La decisione è stata presa sulla base di alcune violazioni della legge ucraina da parte dell’interessata». I servizi di sicurezza ucraini contestano alla Samoilova di aver tenuto nel 2015 un concerto in Crimea, violando così la risoluzione adottata dal governo ucraino, subito dopo la riunione della penisola con la Russia, dove è prevista la richiesta di una autorizzazione speciale  per i cittadini stranieri che vogliono entrare in Crimea. E per l’Ucraina, che non riconosce il referendum del marzo 2014, la Samoilova è una cittadina straniera, entrata illegalmente su un territorio che Kiev considera ancora proprio, seppure occupato.  

Secondo le autorità ucraine, la scelta di mandare la Samoilova come rappresentante è stata una provocazione, proprio in virtù delle sue recenti perfomance in Crimea. «Per noi si tratta di una provocazione – aveva detto nei giorni scorsi il ministro degli Esteri ucraino Pavlo Klimkin – ritengo che la legge debba essere unica per tutti. La Russia si esercita da molti anni nella provocazione». Mosca, però, ha sempre smentito questa visione della faccenda. Se non altro, perché la Samoilova è stata scelta dalla tv russa e non direttamente dal governo. Ogni paese che deve mandare all’Eurovision song contest un proprio rappresentate ha un metodo di scelta differente. In Italia, ad esempio, da qualche anno a questa parte è il vincitore di Sanremo a rappresentare il nostro paese.

Ad ogni modo per Mosca, quanto deciso da Kiev oggi, altro non è che «un atto obbrobrioso, cinico e inumano», ha tuonato Grigori Karasin, primo vice ministro degli Esteri russo, citato dalla Tass. Il riferimento, anche se non è esplicito, è anche alla condizione fisica in cui si trova la Samoilova, costretta su una sedia a rotelle da quando aveva 13 anni a causa della poliomelite.

L’European Broadcasting Union, l’ente che coordina l’evento, ha auspicato che si trovi una soluzione condivisa a quello che sembra essere un vero e proprio incidente diplomatico. «Stiamo monitorando la situazione e ci aspettiamo che possa essere trovata una soluzione per consentire a tutte le delegazioni di partecipare. Noi rispettiamo e comprendiamo le leggi dell’Ucraina». Dichiarazioni che rendono bene l’idea di come molto probabilmente in soccorso della Saimolova non arriverà alcuna ondata di indignazione occidentale. E sarebbe un vero e proprio paradosso, tenendo conto che l’anno scorso l’Ucraina vinse proprio grazie a una canzone sul tema storico-politico che parlava delle deportazioni e delle violenze nei confronti dei tatari di Crimea da parte di Stalin. 

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