TERRORISMO E DOPPIA MORALE: IL CASO DELLA CECENIA
Agli attentati terroristici che dal 2001 a oggi insanguinano i principali Paesi occidentali, i governi hanno risposto con la restrizione delle libertà, con maggiori controlli e con una progressiva limitazione dell'area del dissenso. Si diceva e si dice ancora che qualche sacrificio deve essere compiuto se vogliamo salvare la democrazia. Lo stato di emergenza prolungato può quindi diventare normalità.
Ma allorquando ci si allontana dall'occidente (ma potremmo dire dall'Alleanza atlantica) la musica cambia e le reazioni dei governi ad attacchi terroristici diventano ulteriori dimostrazioni della loro natura autoritaria.
Settembre 2004: terroristi ceceni sequestrano una intera scuola a Beslan e, alla fine, si conteranno circa 400 morti, tra i quali moltissimi bambini. Ebbene, negli USA 115 personalità politiche ed intellettuali firmano un appello diretto a UE e Nato per impedire alla Russia di "utilizzare Beslan per minare alla fondamenta la democrazia e fare passi in avanti verso uno stato autoritario".
Si prosegue: la strategia di Putin "per combattere il terrorismo sta riducendo sempre più le libertà". Sono gli stessi intellettuali e politici che non parlano di terroristi ma di "militanti", persino di resistenti. E allora, come oggi in Siria, agli islamisti ceceni veniva elargita la definizione di "moderati" con i quali si doveva trattare.