Venezuela. Il Fatto Quotidiano e la politica estera: una vergogna senza fine

Venezuela. Il Fatto Quotidiano e la politica estera: una vergogna senza fine

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Il Fatto Quotidiano e la politica estera? Una vergogna senza fine. Dopo la teoria complottista sugli attentati di San Pietroburgo, la vignetta che addirittura ironizzava su quest'ultimi (SanPutinBurgo) e la cavalcata con la diffusione di tutte le "fake news" che hanno permesso il criminale intervento degli Stati Uniti contro la Siria, ora è il turno del Venezuela.

Nell'articolo (non firmato): Venezuela, proteste contro il governo: “14enne ucciso dai gruppi paramilitari di Maduro”, il giornale scrive:

La terza vittima degli scontri in Venezuela – colpito da una profonda crisi economica – è un ragazzino di 14 anni. E’ stato colpito da un proiettile al cuore dai colectivos, i gruppi armati pro-governativi. Questa settimana altre due persone sono rimaste uccise nelle proteste contro Maduro: si tratta di Miguel Angel Colmenares, uno studente 36enne, e di un uomo di 29 anni, raggiunto da uno colpo sparato a bruciapelo da due civili armati che erano a bordo di una motocicletta. A denunciare la morte dell’adolescente per mano dei colectivos è Henri Falcon, governatore dello stato venezuelano di Lara (centro ovest del paese). Questi gruppi, ha detto, “vanno in giro in moto muniti di armi lunghe per terrorizzare la popolazione” e così “sparano indiscriminatamente sulla gente” che si riunisce per contestare il governo.

Siamo oltre la propaganda dell'opposizione golpista dell'estrema destra del paese che dopo l'aprile del 2002, il febbraio del 2014, ha ripreso nuovamente in ostaggio il paese con azioni di puro terrorismo. Nel 2014 le Guarimbas produssero 43 vittime. Oggi i terroristi in Venezuela hanno sulla coscienza già tre persone. E il bollettino salirà purtroppo. La miglior risposta a queste righe del Fatto Quotidiano l'abbiamo giù pubblicata con quest'articolo di Geraldina Colotti. Non abbiamo nulla da aggiungere.

Ci vorremmo soffermare però su video che vi danno l'idea di quello che sta accadendo in Venezuela in queste ore. Il Fatto Quotidiano non li mostrerà, forse perché ha interesse perché la rivoluzione colorata e golpe di fatto contro il governo abbia questa volta, al terzo tentativo, bon esito.

Ora guardate questo primo in cui questi terroristi distruggono un edificio pubblico. Pensate per un momento se la stessa scena stesse avvenendo nella circoscrizione comunale della vostra città di appartenenza.


Terroristi, finanziati dall'esterno, che ricevono come ogni "rivoluzione colorata" che si rispetta un tariffario fisso giornaliero (alcuni arrestati hanno confessato si tratti di 300 dollari per ogni giorno di vandalismo). Mercenari terroristi al soldo di Washington, "difensori della libertà e della democrazia" per la nostra stampa vergognosa. Fatto Quotidiano in prima fila. 

Osservate ora con attenzione questo secondo video. I terroristi saccheggiano un supermercato. Riflettete sempre su quello che accadrebbe e quello che i giornali scriverebbero se accadesse qui in Italia, ma soprattutto notate quello che i "rivoltosi contro l'emergenza umanitaria" del Venezuela lasciano negli scaffali.


Abbiamo preso a riferimento il Fatto Quotidiano non perché gli altri giornali abbiano una narrativa diversa, anzi. Ma gli interessi che perseguono i gruppi che controllano Repubblica, il Corriere e la Stampa sono chiari e noti a tutti. Il Fatto, al contrario, è considerato "alternativo" e quindi la sua propaganda è più pericolosa. Non solo non è "alternativo", ma  è il "più lealista del re" in politica estera e persegue lo stesso identico obiettivo del mainstream: cavalcare la propaganda che vuole abbattere tutti quei paesi che hanno scelto una via indipednente e di pace nel panorama internazionale. Ex Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, Ucraina. La Bestia assetata di sangue ha sempre sete della libertà dei popoli. Che cosa possiamo fare noi? Combattere la propaganda che alimenta ogni giorno la Bestia. Come? Smettere di leggere gli esteri del Fatto Quotidiano è un buon inizio.

Fabrizio Verde

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