Venezuela: un semplice video smonta mesi di fake news sul paese ridotto alla fame
Come mostra un video diffuso attraverso Facebook dall’imprenditore basco Agustin Otxotorena, nella capitale del Venezuela così come nel resto del paese la vita scorre normalmente nonostante la violenza terrorista dell’opposizione
di Fabrizio Verde
La narrazione post-veritiera del mainstream sul Venezuela mistifica la realtà propalando quotidianamente fake news per far passare l’idea presso l’opinione pubblica che Caracas sia ormai il simbolo di un paese allo sbando. Una nazione alla bancarotta dove un popolo ridotto alla fame è in rivolta contro un governo dittatoriale pronto a ogni azione di forza pur di schiacciare ogni opposizione.
La situazione sul terreno è ben diversa. I fatti hanno la testa dura e accusano i crociati della menzogna inchiodandoli alle proprie responsabilità.
Come mostra un video diffuso attraverso Facebook dall’imprenditore basco Agustin Otxotorena, che vive e lavora a Caracas, nella capitale del Venezuela così come nel resto del paese la vita scorre normalmente, nonostante la violenza terrorista dell’opposizione che continua a insanguinare alcune zone ben precise, come ad esempio Chacao, e la tristemente nota Plaza Altamira.
Scrive Otxotorena: «Mercato popolare in Plaza de la Iglesia. Ortaggi, frutta, carne, pollo, pesce…
Si tratta di un mercato popolare come c’è ne sono a migliaia in tutta Caracas e nel paese, così come negozi, supermercati e ipermercati. Questi sono assolutamente popolari, come si può vedere nelle immagini, qui compra il popolo. Questo è il Venezuela reale, che i media nascondono e che negano gli apostoli dell’apocalisse».
Già l’anno scorso il basco aveva realizzato una sorta di reportage tra gli ipermercati delle zone ricche di Caracas per mostrare come questi fossero ben forniti di ogni mercanzia, al contrario di quanto affermavano media e oppositori. Quegli apostoli dell’apocalisse denunciati da Otxotorena nel suo post.
L’ennesima prova che ormai gli articoli e i servizi sul Venezuela diffusi dal mainstream hanno la stessa credibilità di quei personaggi ben pasciuti che scendono in piazza gridando: «Maduro nos mata de hambre».