Venezuela: il giorno in cui la manipolazione ha assaltato la verita' in Parlamento

Venezuela: il giorno in cui la manipolazione ha assaltato la verita' in Parlamento

La passata domenica i chavisti, per alcuni momenti, hanno occupato gli spazi di una camera parlamentare. Ma si trattava di un’altra sala. Non era la stessa dove erano riuniti i deputati dell’opposizione e quelli afferenti al chavismo

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da avn.info.ve


La foto è sempre la stessa nei media stranieri: un gruppo di chavisti occupano i posti della direzione dell’Assemblea Nazionale in Venezuela. Circola in rete in maniera virale, a prescindere dalla verità su quanto accaduto. Qualsiasi dubbio viene respinto da titoli come «I chavisti hanno attaccato il Potere Legislativo» oppure «I chavisti prendono d’assalto l’Assemblea Nazionale». 

 

La passata domenica i chavisti, per alcuni momenti, hanno occupato gli spazi di una camera parlamentare. Ma si trattava di un’altra sala. Non era la stessa dove erano riuniti i deputati dell’opposizione e quelli afferenti al chavismo. Una sala che è parte del Palazzo Federale Legislativo, ma che viene usata per organizzare attività come forum e dibattiti relativi al Parlamento. 

 

In questa sala un gruppo di chavisti ha respinto le pretese della maggioranza parlamentare di destra, riunita nella sala contigua, di attuare un colpo di stato in Venezuela. 

 

Nella foto figura una donna con una scopa. I suoi capelli bianchi si distinguono dal suo abito (camizón) di colore verde pastello, quasi trasparente. Rende l’idea di un atteggiamento di rimprovero per qualcosa che non va. Nel giorno in cui la destra annunciava la discussione «sull’attuale situazione della Presidenza della Repubblica», in chiaro disconoscimento del mandato costituzionale del presidente Nicolás Maduro, capo di Stato democraticamente eletto nel 2013. 

 

Dietro la nonna, una giovane donna con il suo minuto cane, di pelo bianco, con il naso scuro e lo sguardo toccante. Tutta la scena, è contornata da bandiere del Venezuela che ondeggiano e dagli occhi di Chávez impressi su variopinti berretti. In contrasto con la «violenza» propagandata nel mondo utilizzando la stessa immagine. 

 

Un piccolo gruppo di simpatizzanti del chavismo ha cercato di entrare nella riunione in cui i deputati dibattevano. Ma alcuni deputati del Blocco della Patria (PSUV e alleati) hanno impedito che questo accadesse, invitando i propri compagni a ritirarsi, come poi avvenuto. 

 

Prima che questo accadesse, i deputati dell’opposizione si preparavano per un’eventuale rissa. In video diffusi su internet si può apprezzare come essi abbiano provveduto a sbottonare le proprie cravatte, si siano sbarazzati delle proprie borse e arrotolato le maniche delle camicie, pronti per la violenza, senza alcuna esitazione. L’opportuna gestione dei deputati chavisti Héctor Rodríguez, Víctor Clark e Braulio Alvarez è stata efficace, non vi è stata alcuna rissa anche se l’ambiente è rimasto molto teso. 

 

Sul comportamento dei deputati oppositori, il presidente del Parlamento, Henry Ramos Allup ha fatto silenzio. Mentre quelli che hanno cercato di entrare sono stati definiti come «bande» che portavano solo «vergogna». 

 

La sessione non è mai stata sospesa. La maggioranza di destra ha approvato il suo accordo  -anche se senza alcun effetto giuridico vincolante visto che andava contro la Costituzione - ma come parte di un nuovo pezzo di propaganda per giustificare un intervento straniero. 

 

(Traduzione dallo spagnolo per l’AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)

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