Tra fake news e tentativi di golpe “morbido”: Casini ridicolizzato oggi in Senato sul Venezuela
Con un’operazione fatta di tutta fretta di ritorno da un viaggio a Caracas ospite dell’opposizione e della destra golpista venezuelana, Casini voleva portare il Senato della Repubblica dalla parte dei golpisti venezuelani
di Fabrizio Verde
Alla fine Pierferdinando Casini resta con il cerino in mano. Come vi anticipavamo ieri, il Presidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari del Senato ha presentato una mozione dove utilizzando come motivazione ufficiale le condizioni di vita della comunità italiana in Venezuela, veniva sostanzialmente chiesto al Governo di interferire negli affari interni di un paese sovrano, oltre che «amico» come ricordato da molti senatori, e schierarsi apertamente con l’opposizione violenta e golpista che cerca incessantemente di provocare, con ogni mezzo, la caduta del governo Maduro.
Nella mozione presentata si rilanciano acriticamente tante fake news diffuse dalla stampa mainstream sul Venezuela. Lo stesso intervento di Casini, e basta solo questo a squalificarlo, parte citando un articolo del Corriere della Sera riguardante l’arresto di due esponenti del partito Voluntad Popular - il cui leader Lopez si trova in galera per il ruolo giocato durante le tristemente famose ‘guarimbas’ - che viene descritto come l’arresto arbitrario di una ragazza, attivista per i «diritti umani», al suo ritorno da un viaggio a Bruxelles per perorare la causa dei diritti fondamentali nel suo paese.
In realtà, Stacy Brigitte Escalona Mendoza, questo il nome della ragazza, era in compagnia del deputato di Voluntad Popular, Gilber Caro, trovato in possesso di un fucile FAL calibro 7,62 mm, di proprietà delle Forza Armata Nazionale Bolivariana con il numero di serie cancellato; un caricatore con 20 cartucce; 3 stecche di esplosivo C4. Insomma il classico materiale normalmente in possesso ad attivisti per i diritti umani. Basta questo a smontare la vicenda e tutto l’impianto su cui è basata la mozione.
Mozione che ha trovato addirittura l’opposizione di Carlo Giovanardi che ha chiesto come il Senato della Repubblica possa schierarsi con una delle parti in causa, negli affari interni di un altro paese, quando la diplomazia vaticana è al lavoro per favorire il dialogo tra governo e opposizione. Perfino Giovanardi.
Critica avanzata anche dalla senatrice Ornella Bertorotta del Movimento 5 Stelle, che chiede: «Non capisco come il presidente Casini possa presentare una mozione in totale contrapposizione rispetto alla posizione della Santa Sede, che - lo ricordo - ha appoggiato in maniera chiara il dialogo tra le parti. Forse il presidente Casini ha cambiato religione, oppure non segue più la linea della Chiesa cattolica?».
La senatrice pentastellata avanza altre legittime domande, che di fatto smontano la mozione di Casini: «Io penso che se Andreotti, Spadolini, Fanfani e tutti i grandi, seppur controversi, personaggi politici del nostro passato avessero letto questa mozione, avrebbero dato un 2 come voto in diplomazia al loro erede prediletto. Infatti, la mozione n. 709 sembra un atto di guerra diplomatica ad un Paese sovrano o, meglio, un gesto di ingerenza senza precedenti e vi spiego velocemente i motivi di tale affermazione. Come si fa a chiedere a questo Parlamento di sottoscrivere una mozione che vorrebbe obbligare uno Stato sovrano a modificare l'equilibrio dei suoi poteri interni? Come facciamo a chiedere a questo Stato di liberare prigionieri accusati di terrorismo, interruzione di pubblico servizio, incendio doloso a edifici pubblici e università, omicidio di poliziotti e funzionari, manifestazioni violente e quant'altro?».
Il Partito Democratico e altre forze minori si sono sostanzialmente schierate a favore della lacunosa mozione presentata da Casini, che però è rimasto con il cerino in mano, come affermato in apertura.
Convinto che la post-verità affermata nella mozione avrebbe convinto tutte le forze politiche a convergere su questa posizione di ingerenza negli affari interni del Venezuela.
Con un’operazione fatta di tutta fretta di ritorno da un viaggio a Caracas ospite dell’opposizione e della destra golpista venezuelana, Casini voleva portare il Senato della Repubblica dalla parte dei golpisti venezuelani. L’operazione per adesso è miseramente fallita e la votazione è stata rimandata a martedì. Come AntiDiplomatico vi terremo aggiornati