Luigi de Magistris: «Ciò che può interessare la gente è una proposta politica, culturale, economica e sociale alternativa»

Luigi de Magistris: «Ciò che può interessare la gente è una proposta politica, culturale, economica e sociale alternativa»

Il Sindaco di Napoli intervistato sulla situazione italiana all'indomani del referendum costituzionale dove ha trionfato il NO

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di Argiris Panagopoulos - Avgi

 

Nelle urne è stato sconfitto il “renzismo” e hanno vinto la nostra Costituzione democratica e la società, che ha fatto emergere una nuova Sinistra sociale, dei giovani, dei lavoratori e dei ceti popolari, colpiti dalla crisi, che deve trovare una espressione politica unitaria, larga, popolare, movimentista e sociale, ha sottolineato ad 'Avgi' Luigi de Magistris, Sindaco di Napoli ed amico del popolo greco dall'inizio della crisi.

 

Come ha visto il risultato elettorale e in particolare quello del Sudi Italia con la grande vittoria del ‘No’?

È stato un voto sociale e popolare, con un risultato chiaro che non può essere interpretato male. Nonostante la propaganda senza precedenti da parte delle istituzioni e del sistema dei media, con il primo ministro presente in tutte le televisioni, che ha cercato anche di creare il panico e l’allarmismo in caso di vittoria del "No". Nel Sud Italia, il "No" ha raggiunto il 70%, perché la gente ha bollato nelle urne la completa incapacità del governo di rispondere ai problemi reali delle persone, e l'assalto al governo locale, come abbiamo vissuto a Napoli con il caso Bagnoli e a Taranto con l' Ilva. Le classi sociali più deboli, i giovani, la classe borghese più illuminata hanno votato "No". Il messaggio in difesa della Costituzione antifascista ha creato passione, perché è una delle migliori Costituzioni del mondo e continua a tenere unito il nostro paese per settanta anni. Abbiamo dato e continuiamo a combattere per l’applicazione di questa bella Costituzione.

 

Il Pd ha divorziato dalla Sinistra e dai ceti che doveva rappresentare?

Renzi e la parte del suo partito che ha sostenuto il "Sì" e la politica degli ultimi anni non appartengono alla Sinistra. All'interno del Pd ci sono componenti di sinistra e persone che si riconoscono nei valori della Sinistra, ma sono una minoranza. Una parte del Pd ha votato “No”. A favore del "Sì", si sono espressi principalmente gli apparati del settore industriale e del settore finanziario e tutti coloro che vogliono meno democrazia, meno diritti e meno garanzie.

 

Come è il "giorno dopo"? Renzi riuscirà a portare il Paese alle elezioni all'inizio del prossimo anno?

La convocazione immediata delle elezioni è sbagliata. Non abbiamo una legge elettorale seria e il peggio è che abbiamo una legge elettorale diversa per l'elezione della Camera e del Senato. Se dovessimo andare alle elezioni ora non avremo né un governo stabile né un chiarimento politico. Abbiamo bisogno di formare un governo istituzionale per lavorare ad una nuova legge elettorale e andare a votare tra giugno e novembre dell’anno prossimo. Renzi vuole le elezioni ora perché prevale il suo interesse personale sull'interesse collettivo del paese. Ha la stessa logica con la quale ha cercato di creare una Costituzione a sua misura e non vuole dare la possibilità agli altri di costruire un'alternativa.

 

Il sindacato della Cgil, insieme con la FIOM, i partigiani dell'ANPI, l' associazione culturale e sociale ARCI, molti sindaci, come lei, i centri sociali, centinaia di collettivi e persone che non appartengono a nessun partito o organizzazione hanno sostenuto il "No". Qual è la sinistra politica che può scendere in campo nelle prossime elezioni?

Evidenzi un problema reale. La stragrande maggioranza della Sinistra ha votato "No", ma in questo momento non c'è un forte partito della Sinistra nel nostro paese. Gli sforzi fatti negli ultimi mesi e anni non hanno incontrato la passione e l'entusiasmo della gente e del popolo di Sinistra. I valori della sinistra tradizionale sono molto forti in Italia, ma non c'è un'organizzazione con una credibilità politica in grado di combinare i valori con la necessità di rinnovamento e di cambiamento del ceto politico.

 

Una cosa che avete evitato a Napoli ...

Napoli si è trasformata in un laboratorio politico perché abbiamo espresso tutte le forze della Sinistra sociale, cosa che non è stata possibile in altre parti del paese. Abbiamo superato i modi classici di fare politica di Sinistra con una organizzazione e mobilitazione popolare, insieme ai movimenti, ai comitati, le associazioni. Abbiamo anche parti della classica sinistra, ma siamo qualcosa di diverso. Siamo andati oltre e in particolare abbiamo vinto le elezioni comunali e continuano ad avere le sorti della città nelle nostre mani. Siamo in un dialogo costante con i giovani e i loro movimenti ed in dialogo con tutta la sinistra, al di là delle trincee di ciascuno. Il tradizionale centrosinistra è in crisi. Scommettiamo su qualcosa di nuovo.

 

Naturalmente non ci sono ricette, ma la vostra esperienza può essere un esempio per un'altra Sinistra alternativa, popolare, sensibile, larga, solidale, sociale?

La nostra esperienza ha le caratteristiche di Napoli e non si "esporta" facilmente, perché come amministrazione comunale abbiamo un contenuto specifico. Ma il modello sociale e politico di Sinistra di questo tipo può configurarsi a livello nazionale, a condizione che non si faccia l'errore di ricostruire la vecchia formula del centrosinistra o della sinistra del passato, perché ciò che può interessare la gente è una proposta politica, culturale, economica e sociale alternativa e dal basso collegata con i movimenti popolari, più movimentista e meno partitica. I partiti e le loro organizzazioni burocratiche non interessano molto. Abbiamo bisogno di indirizzare i movimenti con obiettivi e valori chiari e creare una nuova dialettica politica.

 

C'è un problema di leadership? I partiti e per di più i movimenti hanno bisogno di leader ...

È vero. I movimenti e l'azione popolare hanno bisogno di persone che gli esprimano, che gli interpretino e li rappresentino una volta che
debbono gestire le cose comuni. Fino al 2021 sarò sindaco di Napoli, con l’obbiettivo di realizzare ciò che abbiamo detto e fare una rivoluzione ... governando la città. Quello che facciamo ha una portata nazionale ed internazionale.

 

L'impatto internazionale riguarda la vostra collaborazione con il Comune di Barcellona, di Lesbos e le sfide per l'Europa?

 

La nostra esperienza di Napoli è in relazione con le esperienze di altre città europee, come dimostra ciò che sta accadendo in Spagna, in parte in Grecia e in altre città europee. Associazioni, movimenti, comitati, cittadini devono lavorare insieme ancora di più per costruire l’Europa dei popoli, la giustizia e l'uguaglianza sociale, un'Europa ben diversa da quella di Merkel, Hollande e Renzi. Un'Europa diversa dall’austerità e il nazionalismo pericoloso e il populismo di destra, il razzismo e la xenofobia.

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